La dichiarazione è ufficiale e solenne: “Parco Scott ci ha regalato una grande sorpresa, una statua marmorea a grandezza naturale che, per la presenza della clava e della leontè, la pelle di leone che ne copre il capo, possiamo senz’altro identificare con un personaggio in veste di Ercole”. L’ha data la funzionaria del Ministero dei Beni Culturali.
I lavori dovevano bonificare un condotto viario. Si scavava per le voragini di parco Scott quando è stato rinvenuto un nuovo capolavoro dell’età classica. A venti metri da terra è spuntata la statua di grandezza naturale. Grado di manutenzione assolutamente soddisfacente per dare un’ulteriore testimonianza dell’età classica. La novità però è che gli archeologi non avevano minimamente previsto la possibilità di riportare alla luce una scultura come questa.
Ma il tratto dell’Appia non è nuovo a scoperte che non hanno dell’incredibile, fanno invece parte della ragionevolissima giacenza, consapevole o nascosta, della grandezza di una civiltà; la nostra. L’anno scorso, infatti, sempre nell’area dell’Appia Antica, è stata scoperta un’area urbana dove i romani nella prima fase imperiale, acquistavano, consumavano, si incontravano. La mescita di acqua, botteghe artigiane, un emporio.
Qualsiasi politica sulla città dovrebbe partire dal fatto che Roma è una città archeologica in tutto e per tutto. Solo soffocata dalla metropoli che oggi la sovrasta.