“Il prezzo da pagare”, scritto da Stefano Tamburini ed edito da Il Foglio edizioni, racconta la storia di uomini e donne, che attraverso il loro sport, e la loro tenacia, si sono battuti per un mondo migliore. 30 più uno, quindi, spunti di riflessione, sugli argomenti più disparati.
Di grande efficacia la prefazione di Rosy Bindi, la quale racconta di come lo sport nel testo di Tamburini, diventi l’espediente letterario per raccontare storie più grandi, che abbracciano valori e fini universali.
Di grande impatto sono le argomentazioni riguardo il fondamentalismo islamico. L’autore fornisce, infatti, grande spazio, a tutte quelle storie che racchiudono la lotta allo stesso. Anna MuzyChuck, è una famosa scacchista, la sua è una fama che raggiunge posti oltreoceano, tuttavia, un giorno, è costretta a tavolino, a perdere due dei suoi titoli: Rapid e Blitz. La giovane donna, se avesse voluto partecipare alla gara, infatti, secondo il principe saudita Mohammed Bin Salman, avrebbe dovuto indossare un camice nero, a coprirle tutto il corpo (Abaya). Inoltre, tutte le partecipanti, compresa lei, avrebbero dovuto essere scortate per tutta la durata del soggiorno, da almeno un uomo del loro entourage. La storia di Anna, racconta l’autore, quindi è il simbolo di come molto spesso, occorre perdere delle partite in gioco, per vincerne altre nel gioco della vita. La sua rinuncia al titolo, sembra quindi essere il simbolo di una battaglia tenace ad un regime che massacra il popolo, e che soprattutto verso le donne è ostile e antiquato. La sua storia, sembra abbracciare quelle di altre tre donne: Asra Panahi, Elnaz Rekabi, e Niloufar Mardani.
Asra ama nuotare, è brava in quello che fa, ma un giorno decide di non cantare in orario scolastico, una canzone dedicata alla “guida suprema”, ovvero alla cosiddetta polizia morale. Il suo no, causa una serie di botte, le quali la portano ad un coma irreversibile. Elnaz gareggia nelle arrampicate sportive, un giorno decide di prender parte alla gara col capo scoperto. Tornata a casa, è costretta a chiedere scusa pubblicamente, smentendo in maniera precisa quel gesto incosciente, frutto di una gara improvvisa. Niloufar, pattinatrice su pista, gareggia a capo scoperto, anch’essa è accusata di “propaganda contro il sistema”. Storie, quindi, di giovani donne, che si mettono contro un sistema consolidato, fatto di dettami imposti dagli uomini, il cui corpo di polizia, si erge a Dio supremo, chiamandosi egli stesso polizia che preserva la moralità. L’autore sottolinea che la moralità di cui si parla non è affatto un concetto generalista, quanto piuttosto precetti appartenenti ad una cultura che le donne fanno fatica ad accettare, e che ancora oggi sono protagoniste di battaglie e rappresaglie, verso un sistema che non protegge alcuna moralità, ma che la impone a suo piacimento, annichilendo le forze femminili.
Non mancano argomenti sull’oppressione coreana, con la storia di John Kee Chung, e quella del calciatore contro l’oppressione fascista, ovvero quella di Bruno Negri. Queste e molte altre le tematiche raccontate da Stefano Tamburini, in un testo la cui voce diviene il coro universale contro il sopruso umano, e la battaglia per i diritti dell’essere umano.
Editore: Il Foglio
Genere: Narrativa
Numero di pagine: 217
Anno di Pubblicazione: dicembre 2022