Ecco “Miryam e Yosep, il romanzo sulla natività” il testo di Paolo Ballardini, che racconta la storia di Maria e Giuseppe, ovvero i genitori di Gesù. Il romanzo racconta l’annunciazione, la natività, la fuga in Egitto e il ritorno al villaggio natale. In un contesto realistico che fornisce al testo tutto l’aspetto di un gioiello narrativo.
Il personaggio più importante insieme a Yosep, è senz’altro quello di Miryam. La giovane donna vive una vita di stenti e fatica, perché rimasta orfana è stata affidata ad un tempio. Qui non ha grande familiarità con le sue coetanee, vive le sue giornate in maniera faticosa, e aspetta in maniera sognante l’uomo che la sposerà e la renderà finalmente felice. Sarà l’arrivo di Yosep, in qualche maniera ad assecondare tali esigenze. Molti saranno gli ostacoli impervi che intercorrono tra di lei e le sue ambizioni.
Di grande impatto sarà la sua amicizia con Elisavet, donna più grande, che riceve in dono, come una rivelazione da Miryam, un bambino. La loro amicizia è salda, e seppur divise da una decisa differenza di età, le loro paure, le loro indecisioni, i loro sogni, sembrano camminare sulla stessa strada. Sarà proprio Elisavet ad aiutare Miryam non solo durante la sua gravidanza, ma anche nell’annunciarla a Yosep, lontano in quel periodo per questioni lavorative.
I paesaggi sono descritti in maniera sapiente, di grande impatto il viaggio a bordo di Hamor, l’asino di Yosep. Il tramonto increspato sembra raggiungere le pagine del testo, fino alla partenza improvvisata per Gerusalemme, per il cosiddetto censimento romano. Il freddo della notte, la coltre di stelle, il brulicare del vuoto e di estranei che danno una mano, sono raccontati in maniera così precisa, che il lettore non potrà che trovarsi egli stesso nei meandri di Gerusalemme. La stess bet Lehem, è raccontata in maniera entusiasmante, qui due giovani donne, spose dello stesso uomo, chiamate Timeka e Tameka, aiuteranno Miryam a dare alla luce il suo bambino. Il travaglio raccontato da Ballardini ha con sé tutta la fatica di una giovane donna che dà alla luce il salvatore del mondo. È raccontata la paura, la stanchezza, il timore di non farcela, fino alla morte sfiorata, e ai primi vagiti. Nel racconto del parto, non mancano note folkloristiche, con il demone Lamashtu, che per una buona riuscita del parto, deve essere scacciato via. Qui la natività, da cui si rifà il titolo del libro, è eviscerata nel pieno della sua bellezza, lasciando il lettore fino alla fine col fiato sospeso. Di grande risonanza storica anche i doni dell’oro (curcuma), dell’incenso (per migliorare la respirazione della giovane donna affaticata) e la mirra, per pulire il sangue della partoriente. Da qui, il viaggio dei due continua inesorabilmente, sia per scongiurare la morte del nascituro, ovvero di Yeshua, sia per cercare fortuna.
Il testo di Ballardini è frutto di una ricerca precisa, esso si divincola tra vangeli e volumi sacri, fino a toccare i testi storici che gli permettono di ricostruire in maniera esemplare usanze, luoghi e fatti. Un testo adatto a chi ha intenzione di immergersi in una dimensione religiosa, ma anche a chi intende conoscere sotto un’altra veste, le due figure che hanno messo al mondo e cresciuto il salvatore della terra.
Editore: indipendente
Genere: narrativa storica cristiana
Numero di pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2022