Automotoclub contro i blocchi della circolazione dei veicoli storici
L’Automotoclub Storico Italiano e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia (enti certificatori di cui
all’art. 60 del Codice della Strada) hanno presentato un Ricorso Straordinario al Presidente della
Repubblica per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale
del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma che vietano la circolazione dei veicoli storici, poiché
compresi senza opportuna distinzione nel parco circolante più datato e inquinante. La FMI
(Federazione Motociclistica Italiana), anch’essa molto attiva nel tentativo di dialogo con il Comune
di Roma per chiedere l’attivazione di opportune deroghe, è stata chiamata in causa come parte
interessata e avrà modo di intervenire ad adiuvandum per sostenere l’iniziativa a fronte del
Presidente della Repubblica.
Comunicato stampa
“In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli – spiega Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub
Storico Italiano – e, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi
ultimi che risultano certificati come storici è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare
la risorsa culturale ed economica che sono per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita
attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione. Pur essendo pochi e percorrendo una media
chilometrica annua bassissima (1000 km circa) in fase di trattativa ASI non ha chiesto ai
rappresentanti di Roma Capitale di farli circolare liberamente ma mantenendo alcune opportune
limitazioni.”
Entrando nello specifico sul territorio della Città Metropolitana di Roma i veicoli d’uso quotidiano
circolanti (dati MTCT) sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato alla
Motorizzazione sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo
0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie
assicurative). È solo per questi veicoli che si chiede una deroga, perché i veicoli storici certificati
sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilità di circolare in
maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia: se non circolano, i veicoli storici
muoiono e con loro muore tutto il mondo ad essi collegato, causando enormi danni sociali, culturali
ed economici. Non si tratta di privilegi, ma di tutele nei confronti di un patrimonio storico, culturale,
tecnologico ed artistico italiano che non ha pari al mondo.
“ASI ha dialogato con l’amministrazione di Roma Capitale – sottolinea il presidente Scuro – portando
proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo
lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Inoltre,
proponiamo di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto.
Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero
e la loro anzianità sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi
dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza.”
Il settore dei veicoli storici ha un’importanza enorme, come già dimostrato da un Decreto del
Presidente della Repubblica che nel 2022 aveva concordato sull’opportunità di una diversa
declinazione delle limitazioni alla circolazione e delle relative deroghe con riguardo ai mezzi storici,
“che tenga conto della salvaguardia dei valori e degli interessi del collezionismo privato”. Ancora
prima, l’ASI aveva raggiunto un altro importante traguardo quando il Presidente della Repubblica
aveva accolto il Ricorso Straordinario presentato dalla Federazione per ottenere l’annullamento dei
decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune
di Torino sui divieti alla circolazione dei veicoli storici. L’istanza era stata presentata a fine 2019 e
già nei mesi successivi le istituzioni piemontesi avevano recepito le motivazioni dell’ASI varando la
Legge Regionale del Piemonte 27/2020 per la “Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e
collezionistico”.
“Ci aspettiamo – commenta il presidente ASI – che anche questo nuovo Ricorso Straordinario,
avanzato con le stesse motivazioni e finalità del precedente, possa essere accolto affinché gli
appassionati possano essere tutelati anche nella Capitale, dove i provvedimenti adottati non sono
proporzionali alla problematica creata dai veicoli storici certificati. Siamo peraltro fiduciosi che il
dialogo col Comune possa continuare per arrivare a soluzioni condivise e soddisfacenti per tutti.”
Luca Gastaldi