fonte AGI -.
Se oggi esistono progetti musicali, come Nu Genea o Geolier, in dialetto partenopeo, lingua vera e propria secondo qualcuno, che stanno spopolando, ognuno nel proprio settore, dando nuova vitalità e visibilità alla musica napoletana, tanto si deve a questo cittadino di via Cimarosa 25, che leggenda vuole si fermasse spesso a salutare dalla finestra i turisti di passaggio verso San Martino.
Pare però, che non fosse assolutamente capace di rinunciare al riposino post pranzo; tant’e’ che quando Sophia Loren, già ampiamente diventata la diva universalmente riconosciuta, si trovava da quelle parti, sul set di “Immacolata e Nunziata” di Lina Wertmuller, e desiderava porgergli un saluto, lui la accolse con un “Fate presto, piccere’“.
Murolo nasce a Napoli il 19 gennaio 1912, anche se la nascita viene registrata quattro giorni più tardi, il 23, penultimo dei sette figli di Lia Cavalli e del poeta Ernesto Murolo, a sua volta figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta e dunque fratellastro di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. Dal dopoguerra al 1960 è indubbiamente uno dei protagonisti della Napoli che suona, insieme a Sergio Bruni e Renato Carosone, forse di quel gruppo il più fortunato e noto. Ma fu Murolo a far accadere tutto, prima di tutto con il Mida Quartet, progetto ispirato agli americani Mills Brothers, con un repertorio di canzonette ritmate, tra avanspettacolo e cabaret, che prevedeva insieme a lui sul palco Enzo Diacova e Alberto Arcamone alle trombe e Amilcare Imperatrice al contrabbasso; Con loro Murolo trascorrerà otto anni, dal 1938 al 1946, sbarcando il lunario tra teatri e locali in Germania, Bulgaria, Grecia, Ungheria e Spagna, proponendo un repertorio internazionale e di canzoni italiane.
Al ritorno in patria, siamo così nel dopoguerra, inizia la sua carriera da solista con enorme successo, riscrivendo molti classici della canzone napoletana adattandoli al suo stile simil crooner e concedendosi anche qualche licenza cinematografica.
Un successo clamoroso che pero’ rischia di infrangersi il 26 ottobre 1954, quando viene arrestato a Fermo con l’accusa di corruzione di minore da cui si è sempre dichiarato innocente.; sarà condannato in primo grado a 3 anni e 8 mesi di reclusione ma in realtà resta in carcere fino al processo d’appello, svoltosi a porte chiuse il 25 marzo 1955, che gli ridurrà la pena a 11 mesi con il beneficio della condizionale, determinandone l’immediata scarcerazione ma anche una grande amarezza che lo porterà a riflettere sulla propria carriera, ma non può, Murolo in quegli anni risveglia un gigante assopito dal tempo, dalle novità musicali che piano piano conquistano lo stivale, i primi accenni di esterofilia, proponendo una rilettura perfetta della poetica che da sempre riverbera tra i vicoli della sua Napoli e tradotta, come pochi luoghi del mondo possono vantare, in una musica che riflette i connotati di un’intera città, della sua storia e della storia di chi la abita.
A partire dal 1969, incide quattro album monografici intitolati “I grandi della canzone napoletana”, dedicati ai poeti Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo, Libero Bovio ed E. A. Mario e, a metà degli anni settanta, interrompe l’attivita’ discografica, ma non quella concertistica.
In realtà in occasione del suo ottantesimo compleanno esce “Ottantavoglia di cantare” (siamo nel 1992), dove compaiono i duetti “Don Raffae'”, con Fabrizio De Andre’, che aveva interpretato “La nova gelosia” nel suo album “Le nuvole” (1990) dopo averne ascoltato la versione di Murolo; e “Cu’ mme”, con Mia Martini su testo di Enzo Gragnaniello, dove il timbro baritonale di Murolo si fa insolitamente più profondo. In quel disco interpreta anche “Cercanno ‘nzuonno”, ancora con Gragnaniello, “Na tazzulella ‘e cafe'” con Renzo Arbore e “Basta ‘na notte” con Peppino Di Capri. Nel 1993 il trio Murolo, Martini e Gragnaniello incide l’album “L’italia è bbella”, titolo della canzone di Carlo Faiello con cui Murolo si esibisce quell’anno al Festival di Sanremo; quello e’ anche l’anno di un’esibizione storica al Concertone del Primo Maggio di Roma, in duetto con Fabrizio De Andre’.
Il 26 gennaio 1995 viene nominato, dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro, grande ufficiale della repubblica per i suoi meriti artistici; a questa onorificenza si aggiunge, il 23 gennaio 2002, la nomina a Cavaliere di gran croce, conferita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ma il riconoscimento più importante arriva forse nel 2002, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, sono le giornate del Festival e Pippo Baudo, direttore artistico e conduttore, decide di omaggiare Murolo con il premio alla carriera. Di riconoscimenti di questo tipo, provenienti dal proprio ambiente, quello musicale, Murolo non ne riceverà tantissimi, certamente meno di quanti ne avrebbe meritati un artista che ha risvegliato l’anima musicale della propria città, e regalandole cosi’ quasi una nuova identità, riconoscibile e definitiva”.
Oggi a Vent’anni dalla scomparsa, il suo numeroso pubblico gli riconosce una grande duttilità artistica che lo ha reso capace di attraversare intere generazioni, conservando una freschezza ed una attualità costanti che gli hanno consentito di spiccare nel panorama italiano tra i più importanti personaggi della storia della musica popolare
Gaetana Di Lorenzo