La cucina italiana candidata a patrimonio UNESCO
ROMA Aise– Il Ministero dell’Agricoltura,
della Sovranità alimentare e delle Foreste,
rappresentato dal ministro Francesco Lollobrigida,
e il Ministero della Cultura,
rappresentato dal ministro Gennaro Sangiuliano,
hanno lanciato la candidatura UNESCO della cucina italiana
alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
“Da parte mia ci sarà tutto il sostegno, perché cucina italiana significa promuovere l’idea di qualità della vita
e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi,di monumenti
ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari“,
ha assicurato il ministro Sangiuliano
nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri, 23 marzo, al Collegio Romano.
“Con questa iniziativa”,
ha spiegato il ministro Lollobrigida,
“vogliamo rilanciare la nostra Italia nel mondo,
valorizzando quel patrimonio che abbiamo in tutti i settori.
Dobbiamo solo saper raccontare,
difendere e proteggere le nostre eccellenze,
che rappresentano un valore aggiunto per la nostra Nazione.
L’azione del Governo Meloni va in questa direzione,
come conferma la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità”.
La cucina italiana non è solo cibo o un semplice ricettario,
ma anche un insieme di pratiche sociali, abitudini
e gestualità che portano a considerare la preparazione e il consumo del pasto come momento di condivisione e incontro.
È il rito collettivo di un popolo che concepisce il cibo come elemento culturale identitario.
“Oggi diamo inizio a una partita che vede scendere in campo 140 milioni di italiani:
i 60 milioni che vivono in Italia ma anche gli 80 milioni che stanno all’estero”,
ha detto il sottosegretario alla cultura con delega all’Unesco, Gianmarco Mazzi.
“È una decisione presa per valorizzare un patrimonio che noi consideriamo grande
e riguarda non solo gli italiani,
ma anche tutti gli stranieri che apprezzano la nostra cucina!.
L’augurio di Mazzi è “che ci sia una partecipazione collettiva
a questa candidatura”.
In Italia cucinare è un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici,
quando lo si fa in casa, o degli avventori, quando lo si fa al ristorante.
È un mosaico di tanti saperi locali,
un’espressione di creatività e conoscenza che si fa tradizione
e si trasmette tra generazioni.
È anche una forma di tutela della biodiversità,
basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori.
La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio per 60 milioni di italiani che vivono nel Paese,
per 80 milioni di italiani
e loro discendenti che vivono al di fuori del Paese
e così per tanti stranieri che amano e si ispirano allo stile di vita italiano.
A promuovere la candidatura
“La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”,
supportata dal Comitato scientifico preseduto dal professor Massimo Montanari
e approvata ieri dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco,
sono tre comunità:
l’Accademia italiana della Cucina,
istituzione culturale della Repubblica,
fondata nel 1953 da Orio Vergani, che vanta oltre 80 sedi all’estero, 220 in Italia e più di 7.500 accademici associati;
la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere
“la cucina di casa italiana”
come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento;
e La Cucina Italiana, fondata nel 1929,
ma la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola.
Si segnalano, tra le varie associazioni sostenitrici della candidatura,
anche Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana),
ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia).
La cucina italiana candidata a patrimonio UNESCO
La cucina italiana candidata a patrimonio UNESCO
Clara Angelica Palumbo