Sabato 15 Aprile alle ore 18,00 presso Sweet Lounge in via Catauli,10 a Briano di Caserta si svolgerà una nuova iniziativa culturale dell’Associazione Culturale “A Casa di Lucia” (libri per essere liberi), che opera proprio nel centro storico della città Campana. L’Associazione e il sodalizio degli amici “Calabresi Capitolini” hanno già ha messo in atto progetti di alto spessore, agiscono spesso all’unisono, come corde della chitarra che anche se non pizzicate suonano per “simpatia”, questa serata come tanti altri appuntamenti sarà celebrata non solo in favore del libro e della lettura, ma soprattutto volta a dare segnali importanti e atti concreti, per favorire realmente nuove forme di aggregazione sociale, ma anche di formazione e indirizzo, rivolti a quelle sacche del disagio sociale, economico e culturale, della città della Reggia e di San Leucio. Una funzione più che mai necessaria alla decadenza e a questo tempo di “disagio collettivo”; una forma di restauro delle relazioni umane e, della ricucitura delle microfratture del cuore che, necessariamente dovrà essere affiancata alla riqualificazione urbana, (per ciò è ricordare “le casette dei libri” che A Casa di Lucia ha sparso per la città, che spesso sono state vandalizzate da ignoti) il ripristino dei marciapiedi e alla cura delle aree verdi. Questa sera andrà in scena una storia legata all’Arte del secondo novecento, ai protagonisti dei cenacoli culturali, ai laboratori e alle mostre che si sono svolte nella città di Roma, dal primo dopoguerra sino agli anni ottanta. Il racconto “Gaspare Giansanti Una vita per l’Arte” è stato direttamente riferito da un prezioso testimone oculare, una persona speciale, dotata di una grande memoria e di una grande capacità di riconoscere arte, stili, pensiero e dibattito e palestre di confronto dei più grandi artisti che, in quegli anni affollavano la scena, le rassegne espositive e i dibattiti che l’Arte ha suscitato nella città di Roma Capitale. A Gaspare Giansanti il “fattorino” di Alvaro Marchini, Amerigo Terenzi e Antonello Trombadori, di quegli anni, nulla è sfuggito e i suoi racconti hanno riportato alla luce, storie, aneddoti e fatti che sarebbero stati dimenticati; Giansanti ne ha trasmesso memoria e, lo scrittore Rosario Sprovieri ha steso di pugno nel suo racconto e ne ha tratto un libro, che stà riscontrando i favori degli addetti ai lavori e dei protagonisti ancora in vita durante questo primo ventennio degli anni duemila. Giansanti può essere definito, a pieno titolo, “storico dell’Arte”, non nel senso tradizionale della qualifica, ma un vero “storico” venuto su’ fra chi non ti saresti mai aspettato, un narratore vero, desideroso di lasciare una nobile traccia della sua piccola/grande storia personale. Da contadino di un piccolo borgo “Guarcino” (FR) a grande testimone di eventi e storie fra uomini dediti alla letteratura, alla poesia e all’Arte di quegli anni che Gaspare trascorre a “La Nuova Pesa” a Roma in via del Vantaggio. (che era sicuramente una delle gallerie più prestigiose dell’Urbe e anche d’Italia). Giansanti poi, per tutta la vita a mo’ di menestrello, ne ha cantato le “gesta” in ogni dove: alle fermate del Tram, all’atrio delle Librerie Capitoline, nei foyer dei teatri, agli ingressi dei musei, a lato delle conferenze di ogni mostra, nella metropolitana, sull’autobus per la sua Guarcino, esternando sempre quel suo desiderio inarrestabile di propagandista, conoscitore e divulgatore di quella materia – l’Arte – che ha riempito di gioia tutti i giorni della sua esistenza. Il libro sarà oggetto delle riflessioni critiche e storiche del professor Francesco Gallo Mazzeo, uno degli intellettuali della modernità, fra i più capaci non solo di narrare la materia dell’Arte a 365 gradi, ma di ripercorrere con competenza e padronanza tutta la storia dell’umanità, delle scienze, della tecnologia; dalla mitologia alla storia, ai sogni e alle utopie dell’umanità. A fare gli onori di casa la professoressa Mariastella Eisemberg che farà anche da moderatore, Assunta Aulicino, Donatella Pasquariello, Marco Catapane, Raffaela Alois e Rosita Foncellino; a latere Luigi Salvati, Antonio Totaro e Giulio Currado in rappresentanza dell’associazione calabro-romana. A fare da cornice scenografica alla serata le opere in esposizione del maestro Sergio Ceccotti il pittore “détective de la quotidienneté” e “artisan de l’énigme” come ha scritto, P. Roegiers e, ancora l’artista del “insolite quotidien” secondo Philippe Soupault.