ROMA – A Milano è stata ufficialmente lanciata la piattaforma ‘No plastic challenge‘. L’Accademia del Panino ha ospitato la presentazione di uno strumento innovativo che punta a coinvolgere aziende e consumatori nell’attuare comportamenti virtuosi per eliminare progressivamente l’utilizzo della plastica. A fare gli onori di casa la presidente di Panino Giusto, Elena Riva, che ha salutato l’arrivo della nuova piattaforma. Protagoniste del pomeriggio di incontro sono state infatti l’associazione Ami–Ambiente Mare Italia (https://ambientemareitalia.org/), Sos Logistica (https://www.sos-logistica.org/), che porta avanti nuove soluzioni affinché tutta la filiera produttiva sia green, e il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (https://psicologia.unimib.it/it).
NO PLASTIC CHALLENGE, UN GIOCO PER RIDURRE LA PLASTICA
Come ha spiegato anche Alessandro Botti, presidente Ami, ‘No plastic challenge‘ è “una piattaforma che trasforma in un gioco la riduzione della plastica e l’impegno individuale e collettivo di tutti noi nei confronti del problema”. Il processo di gamification è utile a coinvolgere imprese e singoli cittadini. Non è un caso se è stata scelta la parola challenge, termine che porta immediatamente a un uso che soprattutto i giovanissimi fanno dei social network. E in effetti la piattaforma ha un funzionamento simile: ci si iscrive, si crea un profilo, lo si personalizza e pian piano si possono guadagnare NoPlasticCoins partecipando attivamente a eventi che hanno come obiettivo la tutela dell’ambiente.
Tra queste occasioni ci sono anche le call to action organizzate proprio da Ambiente Mare Italia: “Questa è la nostra ‘Settimana verde‘– ha detto ancora Botti– Stiamo colorando tutta la Penisola con 100 eventi in 12 regioni e coinvolgendo decine di migliaia di persone in iniziative di impegno civile di sensibilizzazione per la formazione di una nuova cultura ecologica”.
Il cambiamento è un dovere. Lo ha sottolineato Luca Vecchio dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di psicologia, che ha collaborato alla realizzazione del progetto ‘No plastic challenge’. “Si tratta di un problema enorme che non si può risolvere da soli. Richiede una collaborazione sia a livello scientifico sia multidisciplinare. Credo molto nella cooperazione con le imprese non per assolverle dalle loro responsabilità, ma per riuscire a promuovere insieme quel cambiamento di modello di sviluppo di forma di vita che rimane un compito difficile”.
L’ACCORDO TRA AMI E SOS LOGistica-UBRI
Proprio per questo si è arrivati alla firma di un protocollo d’intesa AMI (Ambiente Mare Italia)-SOS LOGistica-UBRI (Unione dei Brand della Ristorazione Italiana) in cui la sostenibilità è centrale in tutte le sue forme. Quando si parla di plastica si pensa subito al processo di riciclo, ma il problema sta a monte. “La logistica spesso è nascosta, ma poi è un contributo al valore dei prodotti che acquistiamo oppure un problema- ha affermato Daniele Testi, presidente di Sos Logistica- C’è un’attenzione sempre maggiore sul prodotto, sul packaging, ma quello che deve ancora svilupparsi è anche un’attenzione sul processo. Quello che facciamo noi è unire i puntini, quindi occasioni come queste sono fatte per cercare di mettere insieme più pezzi della catena. Solo insieme possiamo cercare di migliorare”.
Tra gli attori fondamentali in questa ricerca della sostenibilità c’è la ristorazione. Lo sa molto bene Tunde Pecsvari, ceo di Macha Café e componente del direttivo UBRI–Unione dei Brand della Ristorazione Italiana (https://www.ubri.it), associazione di food retail nata durante la pandemia che oggi vede insieme oltre 60 aziende: “Quello che il food può fare è lavorare sulla proposta che arriva al consumatore. La stragrande maggioranza delle imprese ormai è passata al plastic free per quanto riguarda i contenitori take-away, per esempio. Sul fronte della scelta dei fornitori, cerchiamo di privilegiare quelli che hanno prodotti sostenibili”.
Il lancio della piattaforma ‘No plastic challenge‘ è stato quindi solo l’inizio di un percorso di collaborazione. A co-finanziare lo sviluppo del progetto è stata Fondazione Cariplo, da sempre attenta al bene comune dei cittadini. “La tutela dell’ambiente e la sostenibilità del nostro modo di vivere è una delle quattro attività principali che svolgiamo- ha detto il direttore generale, Sergio Urbani- Ci occupiamo anche di sensibilizzare i ragazzi già dal loro percorso di formazione scolastica, indirizzandoli magari verso i green jobs, coordinandoci con chi lavora nel settore”. Lo sguardo è rivolto dritto al futuro, che passa per la difesa di un Pianeta, il nostro, che chiede di essere curato come merita. Ancora meglio se con una divertente competizione.