Progettata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava nei primi anni Duemila su commissione dell’Università Tor Vergata, non è riuscita ad essere completata. Avrebbe dovuto essere sede dei Mondiali di nuoto. Siamo nel 2009. Ma anche l’obiettivo dell’evento natatorio era quasi un ripiego per trovare una soluzione del primo incompiuto. Infatti la prima destinazione sarebbe dovuta essere quella di un grande centro sportivo, sì, ma soprattutto di ricerca. L’evento del Mondiale di nuoto convinse a virare verso la soluzione tutta sportiva del polo sportivo. Ma neanche quella vide la luce. Era sindaco di Roma Walter Veltroni. Presidente della Federazione Italiana Nuoto, Senatore Paolo Barelli di Forza Italai, attuale capogruppo alla Camera, sempre di Forza Italia.
Il progetto era quello di realizzare due palazzetti, uno fronte all’altro. Più il campus a mo’ di circonferenza. La struttura della Vela, oggi rimasta in piedi nonostante la proposta di abbattimento fatta da Carlo Calenda, serviva a copertura di uno dei palazzetti. Ma anche quella ancora visibile risulta incompleta. Mancano i pannelli in vetro per dare illuminazione all’interno.
Ora c’è la possibilità di recuperare questo incompiuto. Lo ha detto l’attuale sindaco Roberto Gualtieri mettendo una pezza alla falla del suo predecessore. “Ringrazio il demanio – ha detto il sindaco – Quella è area demaniale: le Vele di Calatrava incompiute sono una delle vergogne della città, un’opera costata fior di risorse e di gran pregio”.
Si rinuncia all’idea originaria di realizzare una seconda vela antistante. Si rende però utilizzabile quella che c’è ed è ancora in piedi. Ma tutto il progetto è sub judice per il verdetto che Roma avrà per Expo 2030. Se la Capitale avrà l’assegnazione dell’Evento potranno essere realizzate più cose. E forse potrebbe riaffiorare anche il progetto della seconda vela.
Ora le risorse messe in opera sono di settanta milioni, di queste, dodici arrivano dai finanziamenti per il Giubileo. Il tutto consiste in tre interventi: collaudo statico e arresto del degrado, completamento del Palasport, quello senza Vela, e opere esterne per 20 milioni per la fruibilità del sito. La struttura avrà una funzione di area scoperta.
Altro finanziamento da ventiquattro milioni per l’autostrada di collegamento. In mezzo a questo crogiolo di opere pubbliche finanziate e da finanziare non poteva mancare il ruolo del PNRR. Si tratta del mega progetto composto di diverse sezioni specifiche denominato, ora, Caput Mundi, ma che era stato delineato precedentemente come PNRR: consta di 500 milioni complessivi.
Ma al di là della grazia concessa col Giubileo, l’imprimatur insostituibile è con Expo.