Quando ti sei avvicinata al mondo della danza?
Sin da piccola. Non so come, né perché. Nella mia famiglia nessuno aveva questa passione, direi che semplicemente l’ho avvertita dentro e, di pancia, l’ho ascoltata.
Cosa rappresenta per te questa disciplina?
Uno specchio. E non perché si danza spesso con uno specchio in sala. È lo specchio di ciò che siamo, ovvero tutto. Siamo la bellezza, il fallimento di qualcosa che non riesce al primo tentativo, la determinazione, la sensibilità, la rabbia, il giudizio, l’imbarazzo, la libertà.
Che bambina eri?
Una bimba “troppo”. Troppo grande per la sua età, troppo composta, troppo giudiziosa, che fa troppe domande.
Qual è il messaggio che mandi a chi vorrebbe intraprendere questa carriera?
Di studiare. Non è un mestiere per cui ci si improvvisa. C’è bisogno del talento, si. Ma allo stesso di rispetto, di un processo, di un percorso. Allenamento e ricerca continua sono la base dell’arte in generale.
Non solo danza ma anche cinema e teatro. Ti affascina il mondo dell’arte?
Assolutamente sì. La letteratura, il teatro, il cinema. Sono forme di espressione, di sperimentazione, di elevazione. Penso che ogni persona si svegli al mattino per via di un credo, e in base a quello svolga la propria giornata.
L’arte è il mio credo.
Cosa pensi dei Talent?
Sicuramente una buona vetrina ma sono diventati merce dozzinale. Lo studio è passato in secondo piano e si è subordinato al numero di followers. Il talento invece è diventato mercé di scambio per gli intrighi e le false storie d’amore.
Ovviamente ci sono talent e talent, non mi permetto di fare di tutta l’erba un fascio.
Valorizzano la danza?
Alcuni si, anche se credo che oggi sia più facile “sfondare” in altro.
Quali sono i tuoi obiettivi?
Sicuramente vivere di questo. Vivere nel senso di potermi sostenere facendo solo arte. Spesso capita di dover cambiare lavoro, o di doverne fare diversi perché si sa, è un lavoro “ballerino” nel vero senso della parola. Io, però, credo che abbia talmente tante forme da poterci permettere di reinventare sempre qualcosa di utile. È un continuo mettersi in gioco, è un continuo dare forma a qualcosa. Un lavoro che diventa uno stile di vita. Mi piacerebbe, poter fare del mio credo, il mio lavoro.