Sebbene ci siano studi scientifici che accertano quanto sia fondamentale la pratica sportiva per una sana crescita psicofisica fin da bambini, le cosiddette figure istituzionali appena assumono un incarico, compensato con laute parcelle, si attribuiscono un abusivo intervento nello stile di vita rigorosamente privato e personale al punto da limitare la pratica sportiva ai minori, oppure la vietano totalmente. A sentir loro i divieti imposti, come pure le gite e le feste scolastiche, i corsi di lingue, le partenze, viaggi, i weekend con amici vengono impediti per il “supremo interesse del minore”.
Una missione salvifica per il minore, ritengono. Ma voi ci credete? Evidentemente no. Numeri alla mano, lette relazioni e sentenze, ci accorgiamo che a molti bambini allontanati dalle mamme troppo “simbiotiche, amorevoli, ipercuranti”, accade anche questo, oltre al più volte documento inferno che vivono; è il solito copia incolla, sovente con errate sostituzioni di nominativi, un menù per tutti i “gusti”.
Per chi si allena a livello agonistico e vive in un ambiente sano, come può essere un circolo sportivo, un centro delle federazioni sportive, senza restare per strada tra potenziali pericoli come alcool e droghe, viene severamente limitato l’allenamento a tre volte alla settimana per una sola ora. Ma lo sanno che l’allenamento agonistico prevede sessioni mattutine e pomeridiane per diverse ore al giorno, più volte alla settimana (anche ogni giorno) tornei e quant’altro? È chiaro che lo sanno, tutti lo sanno pure sul pianeta Marte.
Ma ciò che è evidente, che indicata la legge della natura, le prescrizioni della scienza medica, il buon senso, la legge penale e civile, viene sistematicamente e colpevolmente violata. Ed allora ci domandiamo perché? Lo prevede il “sistema degli allontanamenti“. Ti limito la vita, ti rendo prigioniero, ti faccio impazzire, ti racconto che è per il bene di tuo figlio, un “bene” condiviso da 5, 10 figure istituzionali (quindi chi sbaglia sei tu e tuo figlio, secondo loro), ti porto all’esasperazione e poi ti attacco. La mamma ed il figlio “non collaborano” rispetto alle prescrizioni che il tribunale impone. Se poi ti ribelli e non permetti a nessuno delle figure istituzionali di importi devastanti ed “inspiegabili” divieti, ossia veri e propri reati, allora l’allontanamento di tuo figlio o dei tuoi figli è già assicurato.
” Signora il tribunale ha dato delle indicazioni, lei e suo figlio state facendo troppe storie, lo sa cosa rischia suo figlio/a, sa cosa ha chiesto il padre (il collocamento in casa famiglia)? Adesso i provvedimenti che saranno emessi saranno ancora più drastici, suo/a figlio/a finirà in casa famiglia e la colpa sarà solo vostra”, queste sono alcune delle esternazioni delle CTU (consulente tecnico d’ufficio), curatori speciali, tutori (generalmente tutte donne). Ed ancora: “ugualmente la madre ha continuato a sostenere la convinzione del figlio, corredata dal conseguente vissuto persecutorio, che la limitazione alla pratica sportiva, che il bambino esercitava ossessivamente tutti i giorni sabati e domeniche incluse..”; “ugualmente hanno alimentato un vissuto persecutorio le limitazioni alla pratica sportiva e alla frequentazione del circolo, disposte dal tutore in accordo con il T.M. per una serie di ragioni, che tutti abbiamo condiviso..”.
Accade pure che impediscono a te ed ai tuoi figli di entrare nei circoli sportivi, partecipare alle feste, ai tornei e poi arriva il ricatto “la frequentazione del circolo e la frequentazione con il papà sono molto collegati”, risulta per tabulas, anzi risulta da una registrazione audio video. Tanti casi simili, stesso modo di agire, stesso copia incolla per tutte le famiglie e tutte le stagioni. Poi la sordità è un “malattia” cronica ad uno stato avanzato che colpisce le figure istituzionali (ovviamente non tutte) che a causa di disfunzionali problemi all’udito non sentono i racconti dei bambini sulle violenze subite o le violenze che hanno visto subire sulle proprie mamme.
Ecco che, oltre a tutto ciò che abbiamo sempre raccontato e documentato sugli allontanamenti dei figli dalle mamme, si aggiunge anche le drastiche limitazioni dell’aspetto sportivo e della propria vita privata in ogni ambito, pure scolastico e ludico.
Relazioni e sentenze, precotte, confezionate e poi vomitate dai distributori automatici.
Tortura o supremo interesse del minore?
Di Giada Giunti
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