L’uomo del “se non ti vaccini ti ammali e muori” e del “preferite il condizionatore o la pace” torna con una della sue perle che, se non fosse per il presunto spessore del personaggio, sarebbero da annoverare tra la battute di un comico in una delle tante feste di piazza estive.
Nel corso della Martin Feldstein Lecture, organizzato dal National Beaureau of Economic Reseatch, a Cambridge nel Massachussetts, l’ex premier italiano, parlando della guerra in Ucraina, ha spinto sull’acceleratore dicendo che “i cittadini – secondo una fantomatico e non citato sondaggio – avvertono un crescente senso di minaccia esterna – derivante – soprattutto dall’invasione russa” e che la soluzione sarebbe, sempre a detta del “Migliore”, “una transizione verso una più forte difesa europea – e che per raggiungere questo obiettivo – bisogna raggiungere il 2% del pil” da destinare ad un rafforzamente degli arsenali NATO.
Evidentemente non contento, il Mario nazionale, si è anche spinto, per concludere la sua performance, sul terreno di eventuali idee di uscita dall’Unione Europea, affermando che “l’ipotesi di exit è passata dalla teoria alla realtà con la Brexit, con benefici molto incerti e costi che sono tutti visibili. Se paralisi e exit non sono attrattivi i costi di un’ulteriore integrazione sono più bassi”.
Se affermazioni del genere fossero fatte da una persona qualsiasi su un qualsiasi social si scetenerebbero orde inferocite di utenti che chiederebbero a gran voce le famose fonti a sostegno di quanto detto, peccato che quando si tratta del signor Draghi nessuno osi permettersi di porre la stessa domanda ma, invece, si affretti affinchè le “Verità enunciate”, in quanto rivelazioni di incontestabile sacralità, vadano ad infestare prime pagine e talk televisivi in tempo reale.
TRISTANO QUAGLIA