Milan Kundera sarà sicuramente ricordato come esempio di resistenza pensante al senso di oppressione che da una parte di Europa è arrivata coinvolgendo, nel sentimento come nelle utopie, anche l’altra metà.
A lui dovrebbe essere identificato il nuovo volto d’Europa che dopo la caduta del Berlino ha deciso di compiere quel percorso di recupero delle sue identità.
È uno degli argomenti fondamentali dai quali l’autore dell’Insostenibile Leggerezza dell’Essere cercava di risvegliare il mondo attraverso il suo capolavoro letterario.
Nei testi di Kundera echi di risonanze tra storie private (perché annullate di vera autenticità) vanno in consonanza ai grandi accadimenti che caratterizzano il percorso storico di una vita. Nel saggio La vita altrove sentenzia; “quando una donna non vive abbastanza nel proprio corpo. il corpo finisce per apparirle un nemico” (§ 8, pag. 54, ed. Adelphi). Ed è la stessa sentenza che rivolge all’Europa nel famoso saggio pubblicato, sempre nell’edizione Adelphi, dal titolo: Un Occidente Prigioniero.
La mancanza di autenticità pare la condanna che contraddistingue tutti i personaggi dei suoi romanzi, come degli scritti brevi. Ed è la stessa assenza di vere corrispondenze in cui il suo mondo, connotato con una certa Mitteleuropa, di cui lamenta in quella conferenza.
L’incombente presenza di una struttura occlusiva non permette, anche a chi ne è fuori, di sentirsi in sintonia con gli altri, con la propria società, col mondo condannato alle apparenze. È il motivo per cui Sabrina, la più autonoma, indipendente e altera dei personaggi dell’Insostenibile Leggerezza dell’Essere decide di tornare nella sua patria oppressa dai carri armati russi, invece di starsene esule in un paese d’Europa dall’apparente libertà.
La letteratura di questo genio europeo, oggi scomparso dagli eventi della vita, è continuamente percorsa da questa ricerca di autenticità con la naturale persuasione della sua impossibilità.
Il vero e il pieno, sembra insegnarci Kundera, sta solo nei punti di sospensione che non rendono possibile finire l’intera frase. E forse, più esattamente, sta tra un punto e l’altro perché la sospensione è la nostra più ovvia condizione. Ogni volontà tesa a determinare guarda a un determinismo e di conseguenza a una chiusura totalizzante e univoca.
Mentre dobbiamo abituarci a vivere noi stessi come unici. L’insegnamento di Kundera resterà pietra miliare della Storia d’Europa. Ma la sua ambizione nascosta sarà quella di costituire una prima pietra. Insieme a tante, nell’inquieto panorama d’Europa, dovranno contribuire a costituire il modello di sé stessi nel mondo.
Benvenuta insostituibile leggerezza!