Le dynasty in Italia sono sempre andate. Orfani dei Savoia nel nostro paese si sono trovate altre case regnanti anche a prestito. Primo fra questo i Tudor. Ma anche gli Agnelli col fascinoso Gianni andavano bene lo stesso. Si tratta di un filone letterario per esaltare res gestae di personaggi e ‘personaggetti’ che il più delle volte non meriterebbero tanta attenzione.
La saga dei Berlusconi non poteva fare a meno. La domanda centrale a cui si vuole rispondere è se ci sarà un erede di Silvio in politica. Non è meglio invece determinare gli accadimenti della scena parlamentare senza coinvolgimenti ed esposizioni? La regola d’oro di un vero imprenditore liberale dovrebbe esser questa. Ma l’effetto di guidare di persona consiste in un’ebrezza da cui quando si nasce protagonista non si sa rinunciare. Così fu per Silvio. Così i rumors danno anche Pier Silvio, figlio del più famoso ex Presidente del Consiglio.
Pier Silvio attualmente è il front man. Quello che prende decisioni scomode in Mediaset, quello che parla e in prima persona gestisce. Ma la figura del nuovo leader figlio d’arte appare ancora difficile dall’essere vera. Accanto a lui c’è e c’è sempre stata Marina. Di suo pugno prende e scrive al suo Giornale per onorare giustamente la memoria del padre.
Sia Marina che Pier Silvio avrebbero i tratti caratteriali per ben figurare nell’emiciclo parlamentare – anche perché la concorrenza è assai limitata – ma al momento è impossibile anticipare se si decideranno a farlo, partendo da un’età di più che cinquantenni. E non conta il riferimento al padre. Silvio in modo indiretto attraverso Craxi era sempre stato dentro le cose politiche. I due ragazzi, l’uno o l’altro, dovrebbero decidersi a caricarsi i tempi della politica, le anticamere di diversi questuanti, i tatticismi, le lungaggini … Un lavoro che si fa quando non si ha di meglio nella vita.
Altro argomento invece riguarda la leadership aziendale. Ammesso e non concesso che i due fratelli maggiori prendano il volo per il transatlantico, restano Barbara, Eleonora e Luigi: hanno quoti di minoranza in azienda. Attraverso la televisione, del resto, si fa molta più politica che facendola direttamente. I cinque allora si potrebbero convincere di questo assioma. Ma resta da delimitare i giusti rapporti di forza in grado di evitare conflitti di attribuzione e decisionali.
Pier Silvio ha detto: “Sono figlio di mio padre”. Lasciando intendere una piena continuità col suo tracciato. Ma, come sempre nella Storia, è su come intendere continuità o discontinuità che ci si divide. Dilemma che si riflette anche dentro Forza Italia: chi rappresenta meglio l’eredità del Presidente? Tajani o Ronzulli con Cattaneo? Il partito ha scelto ma non è detto che abbia scelto per il meglio.
E poi c’è la gestione dell’attuale con una nuova protagonista che si prevede permanente: Giorgia Meloni. Quali rapporti tenere con questa underdog? Contava meno del cane diversi anni fa. Oggi conta più di tutti. Bisogna stabilirci un rapporto e i ricordi del padre non danno molti cenni di incoraggiamento. Marina però sembra aver stabilito un buon legame.
Ma la sorpresa potrebbe arrivare dal figlio più giovane. Luigi trentaquattrenne, neanche citato nell’ultima nota del Cavaliere. Il ragazzo però è molto ben stimato negli ambienti della borsa milanese e pare avesse un rapporto molto intenso col padre.
Gli elementi scatenanti della Dynasty potrebbero arrivare proprio da lui. L’età e la minore compromissione col sempre-uguale potrebbero dare quella marcia in più per riportare il brand di un cognome alle classifiche dei più amati d’Italia.