Khaled El Qaisi: mobilitazioni in attesa del processo preliminare
E’ il 31 agosto quando Khaled El Qaisi, studente italo-palestinese della Sapienza presso il dipartimento di Lingue Orientali, di ritorno da un viaggio con la famiglia a Betlemme, viene bloccato da agenti della polizia israeliana al valico di Allenby (il confine tra la Giordania e i territori occupati). Incarcerato senza però alcun capo di accusa, da tre settimane El Qaisi è in regime di isolamento ad Ashkelon, dove gli è stato impedito di avere contatti regolari con la sua famiglia e i suoi legali, così come riportato da Amnesty International. La stessa associazione dichiara che Khaled sia attualmente sottoposto a condizioni di detenzione che prevedono la privazione del sonno, minacce, offese e maltrattamenti, nonché interrogatori senza la presenza del suo legale, tutte pratiche riconducibile a una chiara violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. La moglie Francesca Antinucci e la madre Lucia Marchetti continuano ad appellarsi alle istituzioni per una rapida scarcerazione. Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha dichiarato che la Farnesina se ne sta occupando, ma che non ha nessuna intenzione di interferire con le indagini condotte da Israele. Nel mentre la società civile, anche tramite il comitato #FreeKhaled si sta organizzando per delle giornate di mobilitazioni antecedenti all’udienza preliminare prevista per il 1 ottobre. Il 28 settembre sarà la volta delle università, prevista per le ore 15 la manifestazione in Sapienza, l’ateneo dove Khaled studia e offre i suoi servizi da traduttore, e di cui si spera in una rapida presa di posizione da parte della Rettrice e dell’intero corpo docenti. Il 30 settembre invece sarà la giornata di mobilitazione nazionale.
Nel silenzio dell’opinione pubblica, anche Patrick Zaky si schiera al fianco di El Qaisi. Mentre come si legge in un articolo di Michele Giorgio per il Manifesto, in Israele il deputato comunista israeliano Ofer Cassis, del partito arabo-ebraico Hadash afferma di <<aver presentato una richiesta alla procura e alla polizia penitenziaria per poter incontrare Khaled, in modo da accertarmi delle sue condizioni e offrirgli assistenza». Cassis ha previsto un rifiuto da parte delle autorità ma, ha aggiunto, «sono pronto a ripresentare la richiesta».