Il giornalista liberale del Corriere si chiede e lo fa pubblicamente: “Sono uno scandalo i diritti d’autore di Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e sottosegretario?” Pierluigi Battista sono anni che scrive in buona solitudine di cognizioni liberali che dovrebbero occupare le stanze che contano. Sempre molto apprezzato e stimato. Assai meno imitato, però. In una nota resa pubblica sempre Pierluigi Battista si chiede: “io non so che cosa ci sia nelle mail violate e pubblicate sul conto di Vittorio Sgarbi: affari suoi, si vedrà. Ma non capisco perché fare il mestiere di storico dell’arte debba confliggere con il ruolo di sottosegretario alla Cultura ricoperto dallo stesso storico dell’arte. Scrivi un libro, mettiamo, sull’Impressionismo, e ne ricevi i diritti d’autore: dove sta lo scandalo? Ti invitano, pagato, a tenere una conferenza su qualche pittore: dove sta il problema, nei soldi sterco del diavolo?”
Battista si rifà all’articolo sul diritto di pensiero e di parola che lo esprime – Perché kantianamente il pensiero è ben poca cosa se non ha una manifestazione pubblica e l’opportunità di essere messo a confronto con altri – Qualsiasi regolamento di funzionamento ministeriale è gerarchicamente inferiore al dettato della Costituzione, fa notare sempre Battista. E poi arriva al centro del contendere: “Sgarbi guadagna bene con un’attività che fa da decenni, pubblicamente: beato lui, non sta commettendo alcuna scorrettezza, e non lo invitano perché è sottosegretario, lo invitano perché si chiama Vittorio Sgarbi e Sgarbi è abbastanza famoso anche senza il ruolo istituzionale che ricopre pro-tempore”.
E poi una speciale menzione alla funzione di Sgarbi come Sottosegretario ai Beni Culturali: “La sua funzione è quella di far funzionare bene i musei e di tutelare al meglio il nostro patrimonio artistico: attacchiamolo se svolge male questa funzione. Ma la libertà di dire, parlare, commentare, scrivere (anche pagati, certo), no, non è consentito a nessuno di soffocarla. Questo in un mondo libero, se poi vogliamo smettere di esserlo, peggio per noi”. Quel vecchio liberale che è Pierluigi Battista non poteva chiudere se non ci lasciava una divertente stilettata immaginando i suoi censori: “ho pubblicato i miei ultimi libri per la casa editrice, la Nave di Teseo, diretta dalla sorella di Vittorio Sgarbi, Elisabetta. Lo scrivo io prima che gli scemi titolati lo rivelino come un segreto inconfessabile”.