Viene la battuta facile: dopo la botta prese da Riad si cercano nuove frontiere e si cercano nello spazio e nel mare. Ma ben oltre le boutade bisogna sapere che nell’anno precedente l’Economia dello Spazio a livello mondiale si è attestata a 464 miliardi di dollari. Si stima che questo mercato arrivi a 737 miliardi di dollari entro un decennio. L’Italia deve starci dentro. Fare attività propiziatoria per investimenti e concentrazione di energie a tutti i livelli, quindi, è importante anche nel nostro paese. Se n’è discusso oggi al Ministero delle imprese.
Ma il nostro paese è già ben avviato. Nessuno potrebbe mai sospettare che il settore dell’Aerospazio –di cui il Polo Tecnologico tiburtino è sede di sperimentazione industriale – rappresenta un ambito di crescita economica importante. Nel nostro paese ci sono trecento imprese per il fatturato complessivo di quattro miliardi. Si accompagna ad a un altro ambito di sfida che va oltre l’economia per arrivare al antropologico: quello del mare. Tanto per restare sul piano economico, il settore del Mare incide sul Pil per 52,4 miliardi. Sempre l’economia del mare attiva altri novanta miliardi in altri settori e al momento coinvolge circa 228mila aziende e 913mila lavoratori.
“Sessant’anni dopo l’avvio delle prime attività spaziali in Italia – ha detto Silvio Rossignoli, presidente Federlazio – abbiamo l’occasione, data dalle capacità di ricerca del CNR, dall’impegno della Marina Militare, della Fondazione Leonardo e delle altre realtà industriali coinvolte, di avviare una nuova fase economica per il nostro Paese, con l’avvio di nuove modalità di utilizzo delle risorse sottomarine. Una nuova economia che si inserisce a pieno titolo nel più ampio ambito di congiunzione tra Spazio e Mare”.
Fresco di polemica perché ritenuto reo di aver presenziato il territorio saudita nel giorno dello smacco da Riad, è intervenuto Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Come Mimit siamo al lavoro su tre collegati alla legge di bilancio, di cui uno dedicato alla Blue Economy, uno alla Space Economy e uno sulle nuove tecnologie abilitanti. Guardiamo con grande attenzione alla cantieristica, alla robotica marina, alle biotecnologie blu, alle energie rinnovabili marine e allo sviluppo di tecnologie sostenibili per lo sfruttamento di risorse abiotiche marine, perché avranno un ruolo di prim’ordine per l’industria”.
È intervenuto Nello Musumeci, Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare: “Riunirò il Comitato interministeriale per le politiche del mare per definire una bozza di piano strategico. Il nostro Paese può diventare leader. Sono convinto che tanto lo spazio quanto il mare debbano promuovere interconnessioni, perché l’uno è utile all’altro e viceversa. È un nuovo spazio economico assai ampio in cui l’industria italiana può davvero trovare spazio e affermarsi nella leadership”.