La maggioranza repubblicana alla Camera con 221 voti a favore contro i 212 contrari. Si apre l’inchiesta sul Presidente Joe Biden. Il voto serve a dare ufficialità alle indagini già avviate sul presidente degli Stati Uniti. Però i repubblicani sono convinti che il voto alla Camera darà maggiore autorevolezza. Si debbono infatti sostenere interrogatori di testimoni, avere necessaria documentazione.
In ballo ci sono gli affari di famiglia di Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti avrebbe favorito la buona riuscita degli affari del figlio. Hunter Biden ha avuto rapporti economici con imprese in Ucraina e Cina. L’accusa sarebbe quella di aver facilitato queste inter-connessioni per facilitare i business del figlio. L’unico dato riscontrabile consiste nel prestito del padre al figlio trovatosi in difficoltà economica. Circa duecentoquarantamila dollari transitati dal conto del babbo-presidente nelle casse del figlio-intraprendente. Soldi restituiti. Ma senza interessi!
Secondo gli accusatori è solo l’inizio di una pista di corruzione. Messi sotto la lente di ingrandimento gli incontri per cui Joe Biden potrebbe avere visto o parlato coi clienti del figlio. Sotto accusa anche dichiarazioni nelle quali il presidente degli Stati Uniti aveva detto che il figlio non aveva guadagnato in affari con la Cina.
Tutto scritto in quarantamila pagine da spulciare ben bene. Si tratta di resoconti bancari e rapporti del Tesoro su movimenti finanziari della famiglia Biden. Ma negli interrogatori già effettuati e nell’inchiesta già avviata non pare emergano altre nozioni urticanti per il presidente.
“Mio padre non è stato coinvolto finanziariamente nelle mie attività” – ha pubblicamente dichiarato Hunter ai giornali. Non solo, si è rifiutato di rispondere all’interrogatorio a porte chiuse temendo fosse data una versione unilaterale delle sue parole. Tutto questo ha determinato da parte dei repubblicani l’accusa “contempt of Congress”: oltraggio al Congresso.
Noncurante la reazione di Joe Biden che ha accusato la controparte di aver mosso contro di lui una sceneggiata dallo spessore puramente elettorale. Si aggiunge però alla fase non facile per i democratici in preparazione della competizione per le presidenziali in cui il ritorno di Donald Trump vede l’ex presidente avanti nei sondaggi.