Da tempo ormai la bellezza femminile è diventata un valore sociale, un’ambizione costante e un compito da ottemperare. A ricordarcelo una recente indagine condotta dall’Eurispes dalla quale emerge chiaramente che nel nostro Paese quattro donne su dieci hanno un rapporto negativo con il proprio corpo, mentre sette su dieci ritengono che sia importante sentirsi bella e cercano in ogni modo di curare il proprio aspetto fisico.
Di questo e di molto altro si è parlato durante il convegno “Corpi di donne. Il rapporto tra il femminile e il corpo”, organizzato dal gruppo capitolino di Azione e in programma oggi, 15 gennaio, dalle ore 17.30 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.
Ad aprire i lavori, moderati dalla consigliera della Lista Civica Calenda Sindaco nel XIII municipio Claudia Finelli, il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio. All’incontro hanno preso parte Silvia Mattioli, regista, autrice e artista visiva, Pierluigi Cordellieri, psicologo, psicoterapeuta e ricercatore, Laura Valentini, giornalista, Dixie Ramone, artista e performer body art, e Massimiliano Graziani, giornalista e conduttore. Ad introdurre i tre momenti di dibattito diversi filmati, tra cui il cortometraggio realizzato da Silvia Mattioli dal titolo Corpo di Donne. Da madre Teresa di Calcutta a Lady Diana, da Marylin Monroe ad Aung San Suu Kyi, sono state infatti tantissime le donne capaci di far sentire la propria voce e accendere un faro sulla condizione femminile. Anche loro, come molte altre, si sono rese protagoniste di battaglie per la conquista dell’emancipazione delle donne oltre che a vantaggio di una trasformazione culturale capace di rendere la società paritaria e dunque più democratica.
«Soprattutto negli ultimi tempi l’immaginario collettivo ha modificato e plasmato la percezione che la donna ha di sé stessa finendo, in molti casi, per imprigionarla in gabbie mentali e meccanismi malati dai quali è poi difficile fuggire. Sta a noi continuare a impegnarci in modo da contrastarli con ogni mezzo», ha esordito il capogruppo capitolino di Azione, Flavia De Gregorio.
L’ansia sociale può evidentemente finire per mettere le donne sotto pressione e incoraggiare confronti errati come quelli con i modelli costruiti dalla pubblicità, dalla televisione o dai social media, che generano insoddisfazioni, disagio e frustrazioni. Basta poco, purtroppo, per costringerle a sentirsi inadeguate rispetto a punti di riferimento artificiali o proposti da imposizioni commerciali ancora più presenti ed evidenti oggi rispetto al passato. Lo sguardo sul corpo femminile, del resto, è cambiato profondamente in questi ultimi anni: nella società moderna, infatti, il corpo delle donne è costantemente sotto i riflettori. Dall’ossessione per un fisico tonico, passando per la giovinezza a tutti i costi, fino al fenomeno del body shaming, il corpo femminile continua a essere oggetto di disputa sui social media e sui principali mezzi di comunicazione. A raccontarcelo, oltre ai video proiettati, le testimonianze delle relatrici, chiamate a confessare il rapporto con il proprio corpo esprimendo anche soddisfazioni e insoddisfazioni.
«C’è stata anche un’evoluzione della violenza dello sguardo, che inizia virtualmente attraverso i social media e poi si abbatte in maniera diretta e concreta sul corpo reale», ha detto ancora il capogruppo capitolino di Azione, Flavia De Gregorio. «Personalmente trovo che questa sia estremamente pericolosa e deleteria, perché non lascia scampo e mette alla berlina chi la subisce spingendolo in un vortice virale da cui non è facile uscire».
«Proprio i social, però, potrebbero rappresentare il modo migliore per allontanarsi da questa situazione grazie alla loro capacità di propagazione, soprattutto tra le generazioni più giovani. Amplificando i messaggi giusti, si potrebbe creare, infatti, un circolo positivo e cambiare così, una volta per tutte, la tendenza», ha concluso infine Flavia De Gregorio.