Tutti avranno letto che l’ingresso preminente della televisione nella democrazia è esemplificato per la prima volta quando ci fu il confronto finale tra Richard Nixon e John Fitzgerald Kennedy nel 1960. Kennedy apparve più simpatico mentre Nixon era nervoso. Si ritiene che quel confronto in tivvù dove vinse Kennedy decretò anche la vittoria alle elezioni vere e proprie. Quindi la televisione fu determinante.
Allo stesso modo, nei nostri tempi, si teme sia per l’intelligenza artificiale. Ma con l’aggravante del metodo scorretto e della mancanza di consapevolezza di chi è ricettore del messaggio. Si pensa di assistere a una corbelleria del candidato e invece si tratta dell’artefazione prodotta dall’intelligenza artificiale.
Negli States è diventato argomento ricorsivo. Ne parla il Washington Post chiedendosi addirittura il confine tra il vero e il falso, quasi avendo assorbito totalmente l’intelligenza artificiale a pieno regime.
Le primarie attualmente in corso ne danno la prova. Si lancia giornalisticamente la telefonata di Biden agli americani dove chiede di non andare a votare. Ma è un falso! Negli States si vede, attraverso i social, il video messaggio del presidente in carica dove per le primarie nel New Hampshire invita a disertare le urne. La notizia l’ha lanciata Associated Press. Se ne sta occupando il procuratore generale.
Sempre secondo Associated Press appare impressionante come la figura di Biden, le sue parole, il suo modo di fare e di dire siano stati perfettamente riprodotti. L’IA e il finto Biden: stessa voce e lessico.
E si ripropone anche lì la necessità di dare una regolamentazione a questo strumento che potrebbe creare guasti a profusione. Tra i problemi anche il pericolo della dismissione del quaranta per cento dei lavori, per così dire, intellettuali.