Roma- Lunedì 11 marzo 2024 presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura si è svolta la cerimonia di premiazione della Sesta edizione del Premio Tacita Muta per le minoranze linguistiche, quest’anno è stato assegnato a Marisa Margherita di San Marzano di San Giuseppe (TA) “per i suoi studi innovativi e le pubblicazioni sulla cultura e sulla lingua italo-albanese nel significato della tutela e valorizzazione dell’etnia”.
Il Premio è stato ideato da Neria De Giovanni che nel suo libro “Tacita Muta la dea del silenzio”, ha scoperto come l’UNESCO abbia dedicato il 21 febbraio alla Giornata della Lingua Madre, le lingue “tagliate”, straordinaria coincidenza con la festa dell’antica Roma intitolata alla ninfa Tacita Muta cui Giove aveva tagliato la lingua per aver svelato a Giunone i tradimenti di Giove.
Il premio è stato promosso dall’Associazione Internazionale Critici Letterari, dal Gremio dei sardi di Roma e dal Fondo VP Sardinia ed organizzato dall’Associazione Salpare.
La Giuria, presieduta da Neria De Giovanni, annovera Pierfranco Bruni (presidente della Commissione della Capitale Italiana Città del Libro del Ministero della Cultura), Eva Martha Eckkrammer (Università di Mannheim), Antonio Maria Masia (presidente Il Gremio dei Sardi di Roma), Valentina Piredda (Fondo Valentina Piredda – Sardinia).
La manifestazione è stata aperta da Emanuele Merlino (Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Gennaro Sangiuliano), a seguire c’è stato l’intervento del giornalista Carlo Parisi (segretario generale della Figec Cisal, Federazione Giornalismo Editoria Comunicazione, e direttore di Giornalisti Italia). Pierfranco Bruni ha illustrato la motivazione del premio a Marisa Margherita.
Nelle precedenti edizioni sono stati premiati: Eva Martha Eckkrammer per le minoranze linguistiche caraibiche; Piero Marras per la lingua sarda; Silvia Piacentini e Caterina Fiorentini per la lingua friulana; Rut Bernardi per la lingua ladina; Antonello Colledanchise per il catalano-algherese.
È doveroso ricordare che le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge sono dodici: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.