A commentare è la psicoterapeuta Antonella Baiocchi, esperta in criminologia e scrittrice di saggi di psicologia, tra cui “LA VIOLENZA NON HA SESSO” (Alpes Italia Editori, 2019).
“E’ assolutamente legittimo parlare di identità di genere “percepita”, in quanto ogni percezione ha valore e ha il diritto di avere voce. Ciò che è stolto è la pretesa di vedere concretizzate le proprie percezioni.
Questa pretesa è figlia di un profondo “Analfabetismo Psicologico” (funzionare con mappe di riferimento che portano fuori strada) che purtroppo dilaga ovunque, anche tra coloro che sono preposti a prevenire e contrastare la violenza.
Si ha la pretesa di veder concretizzata e riconosciuta “l’identità di genere che si percepisce”, cioè: se domani io uomo mi sento/percepisco donna, pretendo che il comune mi cambi i documenti, pretendo di entrare nel bagno delle donne, pretendo di partecipare alle competizioni per donne…
L’Illuminante Vannacci controbatte: “dato che si dà valore alla “percezione” allora ci sono altre “percezioni” che hanno altrettanto diritto di essere rivendicate, per cui rivendico l’identità di età: ho 60 anni ma mi percepisco come un ventenne per cui domani vado in comune e mi faccio cambiare i documenti e vado in banca e pretendo di accendere un mutuo con i diritti e le agevolazioni dei giovani”.
Io aggiungo il resto:
• Ho 55 anni ma mi percepisco un bambino di 8 anni, per cui pretendo iscrivermi alle scuole elementari e che mi si lasci giocare e interagire con amichetti della mia età.
Ma non finisce qui.
Rivendico “l’identità di ruolo”:
• Mi percepisco la reincarnazione di Napoleone per cui pretendo che mi si riconosca questo ruolo e che mi si dedichino onorificenze;
• Mi percepisco un Dio per cui pretendo che mi venga riconosciuta la mia onnipotenza e che mi si veneri;
• Mi percepisco sensitiva e taumaturgica, per cui pretendo mi si riconosca questa mia peculiarità e mi si lasci la libertà di agire nelle famiglie e negli ospedali.
Rivendico “l’Identità di giustizia”:
• mi percepisco di essere nel giusto nell’aver ucciso mia moglie che mi ha tradito, quindi pretendo l’assoluzione;
• mi percepisco di essere nel giusto nell’uccidere tutti i gatti perché li percepisco inutili, quindi me lo si deve lasciar fare
• mi percepisco di essere nel giusto nel fare atti sensuali con i minori (pedofilia) quindi me lo si deve permettere
E chi più ne ha più ne metta.
Se si vuole rivendicare (al di là della realtà oggettiva) il valore dell‘identità di genere percepita , allora si deve dare valore alla miriade di percezioni che appartengono agli 8 miliardi di esseri umani che popolano la terra.
Purtroppo un bislacco numero di esseri umani (affetti da quello che io chiamo Analfabetismo Psicologico), non conosce né il vero significato di “rispetto della diversità “(lo travisa come “il diritto di non vedere deluse le aspettative di ogni diversità) né il vero significato di “libertà (travisandolo come “il diritto di far andare tutto come ognuno desidera/percepisce essere “giusto, vero, valido”, senza pagare prezzi) .
No! queste definizioni non hanno nulla a che fare con i concetti di “rispetto delle diversità” e “libertà”: queste sono le definizioni dell’ANARCHIA e e del CAOS.
In un prossimo articolo vi spiegherò i sani concetti di libertà e di rispetto del diverso.
Una cosa è certa: il mondo sta impazzendo.
Grazie Vannacci: con il tuo coraggio e con la tua schiettezza ci stai SVEGLIANDO.
CHI E’ ANTONELLA BAIOCCHI
Nata a S. Benedetto del Tronto (AP), Antonella Baiocchi è psicologa, specialista in psicoterapia cognitiva, comportamentale integrata con la psicoanalisi, esperta in criminologia e scrittrice di saggi di psicologia, tra cui “LA VIOLENZA NON HA SESSO” (Alpes Editori 2019).
Dal 2016 all’ ottobre 2021, nel ruolo di Assessore alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto del Tronto, si è distinta per essere stata il primo amministratore pubblico d’Italia (ed ancora unico) che ha coraggiosamente contrastato il “politicamente corretto” denunciando a gran voce le “Falle dell’attuale Cultura della Violenza”: prima tra tutte la stoltezza del considerare la Violenza Unidirezionale (gli Uomini considerati a priori carnefici/colpevoli le Donne considerate a priori vittime/innocenti) e la anticostituzionale discriminazione di cui si macchia ancora oggi il Governo Italiano nei confronti della tutela delle vittime di violenza di sesso maschile (ed LGBT):
Ideatrice e Responsabile del Centro Anti Violenza “Oltre il Genere” accoglie le vittime di violenza escluse dalla tutela italiana notoriamente centrata solo sulle donne: uomini e persone lgbt (i Report 2021, 2022, 2023 in merito all’utenza che si rivolge al CAV Oltre il Genere: sono visionabili su www.laviolenzanonhasesso.com)
e del Primo Centro di Recupero per Maltrattanti “Oltre il Genere”, anche donne, che riabilita persone maltrattanti senza discriminazione di genere: oggi infatti, i centri di recupero sono dedicati solo agli uomini (ritenuti a priori violenti) entrambi gestiti dall’associazione A.Pro.S.I.R., (Vicepresidente Adamo De Amicis).