Le nuove rivelazioni di Pietro Orlandi
Dopo 41 lunghissimi anni, il caso Orlandi si fa sempre più cupo e complicato. Negli studi della trasmissione televisiva “Verissimo”, condotta da Silvia Toffanin, Pietro Orlandi ha recentemente rivelato che Vittorio Baioni, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), è stato nominato come uno dei possibili carcerieri di sua sorella, Emanuela Orlandi, durante il suo presunto soggiorno a Londra. Questo sviluppo potrebbe fornire nuove informazioni sulla misteriosa scomparsa avvenuta nel 1983, con Baioni che confermerebbe il coinvolgimento di alcuni elementi del gruppo estremista nel caso. Non è un caso che il fratello della Orlandi non abbia mai abbandonato la pista di Londra, come possibile scorciatoia per arrivare alla risoluzione del caso.
Vittorio Baioni: chi è il nuovo protagonista della vicenda
Vittorio Baioni è stato recentemente identificato come l’ex Nar che si è fatto avanti per parlare con Pietro Orlandi riguardo alla scomparsa di Emanuela. Amico di Cristiano Fioravanti, Baioni ha alle spalle una carriera segnata dalla militanza politica e dall’attività criminale. Dopo essere stato arrestato nel 1981, ha scelto di diventare collaboratore di giustizia, chiudendo i rapporti con il suo passato nei Nar. Tuttavia, si ritiene che abbia continuato a operare sotto l’egida dell’organizzazione fino al suo arrivo a Londra, dove avrebbe supervisionato la vita di Emanuela per un periodo significativo. La cosa più inquetante è che lo stesso Baioni, per dare credito alla sua posizione, abbia consegnato una fotografia al fratello della Orlandi, dove è raffigurata una mano con una catenina, molto probabilmente appartenente a Emanuela Orlandi.
La pista di Londra
Durante l’intervista, Baioni ha affermato che “Emanuela è stata trasferita a Londra e lì è rimasta per circa dieci anni”, suggerendo un legame tra la sua scomparsa e attività illecite legate alla pedofilia. Le sue dichiarazioni destano preoccupazione poiché si ricollegano a un contesto di violenze e abusi nella rete di complicità di cui Baioni si sarebbe fatto parte.
La lettera al Cardinal Poletti e indizi di una pista londinese
Un elemento chiave emerso nella ricerca sulla scomparsa di Emanuela è una lettera indirizzata al Cardinal Ugo Poletti dall’arcivescovo di Canterbury, George Carey. In questa missiva dell’anno 1993, Carey esprime il desiderio di incontrare Poletti per discutere della situazione di Emanuela, affermando di avere informazioni sulla sua presunta presenza a Londra, specificamente all’indirizzo di un ostello femminile. Tuttavia, la lettera si presenta con diverse anomalie che suscitano dubbi sulla sua autenticità.
Dubbi sull’autenticità della lettera
Alcuni dettagli nella lettera, come errori grammaticali e una sintassi semplice, sollevano interrogativi sulla veridicità del documento, rendendo difficile pensare che tali errori possano provenire da una figura così alta nella gerarchia ecclesiastica. Inoltre, la mancanza di carta intestata e timbri ufficiali alimenta il sospetto che potrebbe trattarsi di un documento non ufficiale. Nonostante le date precise e la validità della firma, esiste la possibilità che la lettera possa essere stata frutto di copiature e manipolazioni. E’ chiaro che si sentirà ancora parlare di questa vicenda e che la strada per arrivare alla verità sia ancora troppo lunga.