Hassan Nassrallah non c’è più. Il segretario generale di Hezbollah, la temibile milizia sciita libanese armata dall’Iran, è rimasto ucciso in uno dei bombardamenti israeliani di venerdì scorso su Dahieh, il sobborgo meridionale di Beirut, considerato una delle roccaforti del gruppo. Turbante nero degli autoproclamati discendenti del profeta Mohammed, Nasrallah era assurto alla guida della milizia nel 1992 dopo che Israele aveva eliminato il suo predecessore Abbas al-Musawi. Immutate le consegne: muovere guerre e distruggere lo stato ebraico in linea con la visione iraniana di un Medio Oriente senza “l’entità sionista” e in cui il mondo sunnita si inchini agli sciiti. Ecco perché sotto la guida di Nasrallah, Hezbollah ha partecipato attivamente alla guerra civile in Siria sostenendo il presidente Bashar Assad, anche lui burattino dell’Iran, nel reprimere le proteste della maggioranza sunnita, massacrandola. Come riportato da tanti blogger indipendenti, nel mondo arabo sunnita l’eliminazione del feroce leader sciita è stata festeggiata nelle piazze. Pur vivendo quasi sempre nascosto, fra bunker e luoghi protetti per sfuggire al Mossad, Nasrallah è stato capace anche di rafforzare il coté politico di Hezbollah, facendo della milizia un partito libanese di primo piano capace di condizionare ogni scelta strategica del governo di Beirut e di eliminare con la forza chi si opponesse alla strategia sciita. È il caso questo come dell’ex premier libanese Rafiq Hariri rimasto ucciso il 14 febbraio del 2005 assieme ad altre 21 persone nell’esplosione della sua auto e di quelle della sua scorta sul lungomare di Beirut: per la sua morte tre hezbollah saranno condannati all’ergastolo nel 2022 (17 anni dopo).
Gli obiettivi di Hezbollah non sono solo Israele – l’ultimo conflitto aperto risale al 2006, sei anni dopo il ritiro israeliano dal sud del Libano – e i sunniti ma anche gli ebrei in tutto il mondo. Era il 18 luglio del 2012 quando un attentatore suicida di Hezbollah uccise sei persone, (cinque turisti israeliani e un bulgaro), ferendone altre 32 a Burgas, località balneare sul Mar Nero, in Bulgaria. Ed era il 18 luglio del 1994 quando 85 persone rimasero uccise e oltre 300 ferite per l’esplosione di un camioncino nei pressi degli uffici dell’Associazione Mutualità Israelita Argentina, (AMIA), a Buenos Aires. Le indagini puntarono all’Iran quale mandante e a Hezbollah quale esecutore della strage. Il governo argentino ha catalogato Hezbollah come gruppo terrorista nel 2019. Il governo Usa lo aveva già fatto nel 1997. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito la morte di Nasrallah “una misura di giustizia per le sue numerose vittime tra cui migliaia di civili americani, israeliani e libanesi”.