Il giudizio del singolo per comprendere la realtà collettiva conferma l’inadeguatezza e l’autocelebrazione di coloro che scrivono sul biglietto da visita “storico”, offrendo un pessimo servizio alla ricerca delle cause che distinguono gli eventi collettivi con plurime indagini storiografiche, che non possono consegnare completezza ad un passato che ha lasciato qualche frammento di sé. Il tempo attuale risulterà astorico; il potere è concentrato in poche corporation (le famose tecnostrutture di Galbraith) che non lasciano traccia né documenti né reperti archeologici; assumono tutte le decisioni fondamentali di ogni Paese, di ogni territorio, ma non figurano, restano anonime.
Il miracolo di dare senso all’insensatezza, di evocare tutto ciò che viene sottratto dopo una nativa promessa di un futuro migliore, dopo aver sperimentato il vincolo dell’abitudine che scandisce il tempo, dopo aver udito la narrazione del paradiso terrestre, abbandonati alla fugacità del gesto da una duratura patria di valori, non si può certo vivere un’eternità dell’istante che rimarrà per sempre uguale e ripetitiva.
E’ di ieri che nel buio della notte un bambino di nove anni, di nome Andrej, moldavo, prigioniero in un lager di Stato è fuggito quando i suoi carcerieri banchettavano, ma è morto sotto un treno. Andrej è il simbolo della libertà negata da sempre dai potenti che dominano sulle masse, sui popoli, sulle genti abitanti in luoghi lontani da coloro che impongono la civiltà, per saccheggiare le ricchezze prodotte e financo predare i figli.
Se i figli vengono lasciati liberi non fuggono dalla casa dove sono nati; così se il popolo è lasciato libero resta nel territorio dove è nato e saprà renderlo fecondo. Alcuni sono di passaggio, distanti dal passato e dal presente chiamati ad un viaggio avvolto dal mistero, sono i geni che lasciano un’impronta permanente.
I diamanti, le collane, i bracciali, d’oro segnano lontananza tra le donne, le dividono tra alcune privilegiate e le molte senza cittadinanza. Le vestigia di etnie di confine replicano l’ordine attuale, tutto ciò che si chiama privilegio, monopolio, direzione, gerarchia, autorità, Stato! Così gettò sulla tavola il bel calice che si ruppe in mille pezzi; era un cenno di ribellione che morì prima di nascere.
Il governo divora! Tutto appartiene: la filosofia, il diritto, le arti, l’aria; e l’Italia rantola, stanca, sotto lo stivale del gendarme e la sottana del prete. Brindano alla distruzione completa per riproporre l’uguale; insegnano senza sapere, tutto resta in superfice, se vivi il dolore capisci da solo.
Una superstizione indolore genera stupore senza emozione. L’ingiunzione della realtà implica la dialettica dei ribaltamenti dei valori e delle credenze. Dei pagani vengono detronizzati dalla predicazione del primo cristianesimo, ingenuamente spodestato dalla scienza, tradito dall’evolversi della Chiesa di Pietro che non lascia libertà al reprobo.
Forze avverse indossano plurime maschere, proverbiali tradimenti tracciano la linea che sostituisce l’antico titanismo dell’uomo con la volontà di sottomettere l’offerta al soccorso, alla generosità del viandante inghiottito dalla perversa modernità.
Non vi è diavoleria più efficace di quella ultimata dalla scienza che opera per tentativi ed errori. E’ la conseguenza dell’azione del rovesciamento di prospettiva e funzione di programmi senza funzioni. La scomparsa di fantasmi avversi alla fiducia può cancellare la religione dell’eremita, ma può distruggere a poco a poco quel corteo di apparizioni e di immagini allo scopo di persuadere il santo che nulla di ciò che aveva alimentato la fede degli uomini è degno di credenza. Nulla rimane e gli Dei antichi svaniscono una volta per tutte.
Ognuno organizza il proprio spettacolo, cantanti stonati recitano l’inno alla mea gloria fides. Pellegrini della menzogna narrano il proprio coraggio, ma i bambini da millenni sono merce di scambio o muoiono al crepuscolo per un tozzo di pane ed un sorso alla fontanella che non c’è. Ferventi lavori di chiacchiericci attrattivi per riferire di vizi privati e pubbliche virtù. Un viaggio nelle lontane galassie, giunti là dove il nato piange, la meta dell’infinito, l’origine prima, ma altri infiniti sono apparsi. Saliti in alto, sempre più in alto per moltiplicare gli orizzonti. Non esiste alcun confine, l’infinito non può avere un Re. Tutto ciò che esiste è stato creato e tutto ciò che è stato creato esiste. Il Genere Umano è il risultato dello stesso Genere Umano che si è autogenerato. Si moltiplica ma resta lo stesso. Un legame lontano indifferente al genere umano alimenta nel singolo l’impulso verso il dominio dei pochi che si alternano da buoni samaritani.
Se il destino è solo destino, la volontà sia fatta. Se il destino è deciso dall’uomo la forza, che attraverso il verde calamo sospinge il fiore, sospinge il fuoco, genera la guerra che non ha bandiere né ragione.
Qualcuno si occupa delle faccende del giorno, ma non si conosce chi lo fa, eppure viene fatto. L’umanità cammina, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Non si sa dove sia la meta, ma si capisce che non può andare che là, dove non si sa. Non c’è il tempo per il lavoro del pensare, c’è molto da fare non si finisce mai, quando sembra che siano messe in ordine le cose, altre sono da sistemare. Le ore sono sottratte al sonno. I sogni raccontano verità dimenticate da tempo, ma terminata la notte ritornano nell’oblio per consentire ad una nuova alba di sognare da svegli.
Gli artisti vengono capiti quando sono morti e restano anonimi ai più che imparano il nome senza sapere chi sono. Mai di domenica pensare. E’ fatale gridare che la festa è finita, c’è la guerra.
L’impotenza è una forza che può squarciare l’Universo, è la bomba per eccellenza dei disperati, degli ultimi, degli innocenti, dei vulnerabili, dei poveri, degli oppressi, dei maltrattati, degli umiliati ed offesi, dei plebei, di quelli che hanno perso la nobiltà di censo, di quelli che avevano vinto e sono stati sconfitti dai vinti, dei senza Dio e quelli che credono di averlo trovato, ma la bomba resta inesplosa perché non sono mai diventati adulti. Ai bambini non fate del Male sono l’Anima del Mondo. La padrona del desiderio resta la femmina.
Ritorna sempre il settimo sigillo. La libertà di morire è impossibile, la mamma porge il nato al mondo ed abbatte ogni barriera tra l’esistenza e la morte. Un adulto che non è mai nato non può morire o guidare il popolo di Dio. E’ stato inchiodato sulla Croce ed è tornato al Padre per essere dimenticato.
Di Carlo Priolo