Sulla riforma del codice della strada, fortemente voluta dal Ministro leghista Matteo Salvini, è intervenuto ai microfoni di “Che rimanga tra noi”, in onda su Radio Cusano Campus e Cusano Italia Tv, il giornalista Luca Valdiserri, padre di Francesco, ucciso a novembre del 2022 da un’auto nella capitale, mentre si trovava sul marciapiede.
“Quando si parla di una legge è difficile giudicarla in maniera asettica. Più che la pena, e, con questa legge le pene sono state aumentate in tutti i casi di trasgressione su strada, quello che conta è la certezza della pena. – dichiara Valdiserri sulle polemiche che hanno accompagnato la riforma fino all’approvazione definitiva del Senato – Questa affermazione evidenzia un problema sistemico: spesso, le norme più severe non bastano se non vengono applicate con coerenza e rigore.
Repressione senza istruzione
Un altro punto critico sollevato dal giornalista riguarda la mancanza di interventi sull’educazione stradale e sulla protezione
“In questo codice ci sono cose buone sul piano della repressione, non c’è quello che ci aspettavamo sul piano dell’educazione stradale, su quello della tutela dei vulnerabili, cioè dei pedoni e dei ciclisti.”
Secondo Valdiserri, se da un lato è positivo l’inasprimento delle sanzioni per comportamenti pericolosi, dall’altro resta una lacuna fondamentale: la prevenzione. La sicurezza stradale non può essere garantita solo con la repressione delle infrazioni, ma richiede una trasformazione culturale che passi per un’educazione capillare e per infrastrutture progettate per proteggere le categorie più deboli.
Le novità del Codice della Strada
La riforma ha introdotto norme più rigide per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe, ha aumentato le sanzioni per l’uso del cellulare al volante e prevede la sospensione immediata della patente per infrazioni gravi. Tuttavia, le associazioni e gli esperti di sicurezza stradale, come Valdiserri, continuano a chiedere più investimenti in campagne educative e nella realizzazione di infrastrutture dedicate a pedoni e ciclisti
Un appello per un cambiamento culturale
Le parole di Luca Valdiserri risuonano come un appello accolto per un approccio più completo alla sicurezza stradale. Non basta rendere le norme più severe; è necessario costruire una società in cui la guida responsabile sia parte integrante della cultura collettiva, attraverso l’educazione e la prevenzione.
Questa riforma rappresenta un passo avanti, ma il dibattito dimostra che la strada da percorrere per garantire maggiore sicurezza e rispetto per tutti gli utenti della strada è ancora lunga.
Le parole di Valdiserri riflettono una preoccupazione diffusa: pur aumentando le sanzioni, non si interviene in modo strutturale sull’educazione alla sicurezza stradale o su misure di protezione per le categorie più fragili, come i pedoni ei ciclisti.