I compiti lasciati in sospeso per un anno con la propensione a grandi svolte. Anche se non sappiamo ancora se ci piaceranno.
Innanzitutto c’è la crisi del modello europeo che tocca tutti un po’. La Francia con un’assemblea parlamentare in eterno bilico senza una maggioranza certa tenuta in costante sospensione dalla destra di Le Pen e dalla sinistra di Mélenchon.
La Germania con la crisi più nera deve risolvere sulle mancate risposte rese ancora più gravi dal conflitto ucraino quindi la venuta meno del gasdotto e di quell’idea formidabile di consumo diretto dalla Russia. In ogni dove l’affermazione di scontento con l’abbassamento di qualità di vita del ceto medio. L’Italia in tal senso non fa eccezione anche se obiettivamente gode della stabilità del suo governo. Ma anche nel nostro paese è fuori che scontata la sua tenuta visto come sono messi in crisi i tre grandi pilastri dell’accordo tra le tre forze che lo sostengono. Se il referendum sull’autonomia differenziata dovesse essere sconfitto cadrebbero le ragioni per sostenere il governo da parte della Lega. Lo stesso vale se non va in porto la riforma della Giustizia così come voluto da Forza Italia. In più questo organigramma di governo in cui il partito che fu di Berlusconi deve restare alla frusta di Fratelli d’Italia non può continuare. Tanti centrismi da ogni dove si prepareranno nel nostro paese per ragionare, riflettere, pensare a un nuovo modello di governo della cosa pubblica, quindi all’affermazione propria autentica della liberal democrazia. In questo processo sono chiamati una miriade di soggetti assai diversi tra loro. Anche tanti esponenti del PD potrebbero iniziare a pensare sul senso della continuità della loro appartenenza. Il PD si dà solo in termini di un sistema maggioritario i cui miraggio oramai tendono a sparire. Il proporzionalismo e il divisionismo secondo obiettivi e convenienze tornerà a diventare il criterio fondamentale. Il tutto con buona pace del Movimento Cinque Stelle che ha la possibilità di ritagliare la sua nicchia di contestazione e mostrarsi collaborativo quando ne vale la pena. Lo stesso vale per l’Alleanza Verdi e Sinistra.
La scena è destinata a cambiare nel nostro paese. Ma non in modo che agli attuali attori piacerà.
Grande rilancio sulla scommessa più grande resta il ruolo dell’Unione Europea che dovrà imprimere una grande svolta su sé stessa e decidere di contare di più uscendo dal burocratismo plumbeo con la quale si è finora caratterizzata.
Ma la scommessa più grande riguarda la verità che il nuovo presidente Donald Trump riuscirà a comminare per il suo paese. E saranno sempre più risposte e soluzioni dirette al proprio paese con sguardo assai meno ossessionato dal controllo sul mondo. Si tratta di capire veramente fino a quanto si verificherà il motto America First! Le risposte le vedremo nella fine dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina. Quanto sarà il peso che gli Stati Uniti, attraverso la Nato, riusciranno a far valere in questi ambiti?
Atteso a dei risultati è anche Milei in Argentina. IL recupero di idee neoliberiste nel mondo guarda ai suoi risultati. Se dovessero essere positivi e in conformità a quanto predicato potremo dimenticare molte garanzie stabilite nello Stato Sociale in diverse parti del mondo.
IL resto degli accadimenti sono nella testa di Giove. Si dovrà chiedere agli altri dei di riuscire a parlamentare per trovare delle condizioni migliori di agibilità. E fuori dallo scherzo, in ogni dove la mancanza sempre più sensibile di un protagonismo sociale. Sempre meno sono le persone a decidere sulle grandi scelte. Il sospetto è che per il 2025 non cambierà gran che.