A San Benedetto del Tronto (AP) è attivo dal 2023 l’unico centro che accoglie anche le donne violente: perché la violenza non ha genere!
E’ stato reso pubblico il 9 gennaio scorso, il Report del primo anno di lavoro effettuato dal C.Ri.Pe.M. (Centro Rieducativo Persone Maltrattanti) .
In linea con la fallace visione Unidirezionale della violenza imposta dal politicamente corretto (la violenza è solo dell’uomo: la donna è solo vittima/innocente e l’uomo solo carnefice/colpevole) in Italia sono previsti solo Centri rieducativi (la cui nascita è stata legittimata in Italia dalla legge n. 69/2019 (definita “Codice rosso” che all’art.6 recita: “Nei casi di condanna per i delitti di cui agli articoli 572, 609-bis, 609-ter, 609-quater, …la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica…) che accolgono solo uomini maltrattanti.”.
Il mancato riconoscimento della Bidirezionalità della Violenza (cioè che la violenza riguarda tutti i Generi e vittime e carnefici possono essere sia uomini che donne) tra le gravissime conseguenze di salute e sicurezza pubblica che comporta, induce l’Italia a macchiarsi di una anticostituzionale discriminazione
- non solo nei confronti degli uomini vittime di violenza domestica ed affettiva, (per la cui tutela, ad oggi, lo Stato italiano non spende un euro)
- ma anche nei confronti delle donne violente e prevaricatrici, per le quali non sono previsti Centri per riabilitarsi.
Ecco perché nel marzo 2023, con l’aiuto dell’Associazione A.Pro.S.I.R., presidente Adamo De Amicis, è stato avviato, il primo (ad oggi ancora unico) Centro Rieducativo per Persone Maltrattanti, anche donne (cui si riferisce il Report), fortemente voluto dalla psicoterapeuta Antonella Baiocchi (che lo dirige) già assessore alle Pari opportunità del Comune di San Benedetto del Tronto (2016-2021) che fece scalpore durante il suo mandato, per aver contrastato la prospettiva Unidirezionale e aver riportato l’attenzione sulla persona: la violenza è Bidirezionale, riguarda tutti i Generi anche le donne.
“I dati del Report e soprattutto le richieste che ci sono giunte da avvocati di tutta Italia di prendere in carico le loro utenti maltrattanti “commenta l’ideatrice e responsabile del Centro dott.ssa Antonella Baiocchi” dimostrano inequivocabilmente, l’insensatezza delle anticostituzionali e discriminanti iniziative che gli amministratori preposti al contrasto della violenza oggi attuano, sotto il tossico condizionamento della prospettiva Unidirezionale: ci hanno chiamato da tutta Italia nonostante avessimo fatto divulgazione solo nelle Marche ed Abruzzo a causa della mancanza fondi, in quanto ci sovvenzioniamo solo a nostre spese” .
I RISULTATI DEL REPORT IN SINTESI
(il Report completo è visionabile sul sito www.centrorieducativopersonemaltrattanti.it )
Dal 30-12-2023 al 30-12-2024 si sono rivolti al Centro 53 persone maltrattanti: 35 su 53 hanno poi effettuato il corso rieducativo 22 donne e 13 uomini ( questi ultimi, pur avendo a disposizione Centri convenzionati a loro dedicati, hanno C.Ri.Pe.M. per la vicinanza alla loro residenza). Se qualcuno dovesse obiettare che i numeri del report sono di poca entità, si fa presente che il centro non gode di alcuna sovvenzione pubblica: il lavoro effettuato è il risultato di una divulgazione molto tiepida, effettuata per questioni economiche, solo nelle zone limitrofe al nostro territorio di residenza (San Benedetto del Tronto, AP): nonostante questo, i sono presi in carico 35 persone. C’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto con una massiccia divulgazione a livello nazionale.
Tutte le persone erano di nazionalità italiana, provenienti soprattutto dal Centro Italia (il 74%Marche proveniva da Marche, Abruzzo, Lazio). La regione più rappresentata: le Marche, col 61% degli uomini e 23% delle donne.
Nel solo gruppo delle 22 donne, il 59% di esse si è sottoposto ad un percorso di ristrutturazione perché obbligate dalla magistratura, in quanto accusate di maltrattamenti in famiglia; il restante Il restante 41% delle donne ha deciso di sottoporsi ad un percorso di ristrutturazione per libera scelta personale, in quanto seriamente preoccupate per il crescente impeto della loro aggressività (avevano il timore di andare fuori controllo) o per i sensi di colpa per essersi lasciate andare ad atti di violenza.
Il 77% delle donne era di età compresa tra i 40 e i 59 anni. Il 59% erano separate/divorziate, il 27% coniugate; il 14% di nubili.
Il 23% delle donne maltrattanti ha agito solo Violenza Psicologica (disprezzo, derisione e paragoni svilenti su importanti aspetti della vita, sessuale, fisico, economico, aspetto fisico, istruzione, abbigliamento, etc.; pretesa di controllo; stalking; calunnie; Minacce; false denunce; danneggiare o distruggere oggetti o beni personali);
Il 77% ha agito anche Violenza Fisica,: oggetti tirati addosso; spinte, strattoni, graffi, tirate di capelli; schiaffi, calci, pugni, morsi, pizzicotti; colpire con bastone, coltelli, oggetti appuntiti.
I dati mettono in luce che le donne agiscono la medesima violenza che solitamente viene attribuita all’uomo: naturalmente ogni persona, attua la violenza in modo personalizzato.
Riteniamo che le differenze nella scelta delle tipologie attraverso cui agire violenza e nel modo di utilizzarle, siano da attribuire alla personalità dei singoli individui, indipendentemente dal Genere.
A proposito delle vittime oggetto di violenza: il 36% delle donne ha agito violenza sulle Rivali; il 23% su Partner ed ex Partner; il 18% su anziani di cui si dovevano prendere cura; il 14% ha agito violenza sui figli; il 9% ha agito violenza sui genitori (insofferenza relazionale).
L’intero gruppo di 35 persone è risultato essere genitore di 44 Minori: tutti esposti a Violenza Assistita.
Questo conferma un’assoluta incapacità di uomini e donne, di tutelare i figli dalla Violenza Assistita.
Il Report, inoltre, mette irrevocabilmente in luce:
- che LA VIOLENZA NON HA GENERE ma è una questione di cultura tossica appartenente a tutte le persone, anche donne;
- che anche gli uomini possono essere vittime di donne violente che utilizzano le medesime modalità aggressive anche fisiche impropriamente attribuite al maschile: naturalmente ognuno attua la violenza in un modo personalizzato che non cambia la sostanza.
E’ assolutamente necessario porre rimedio:
- aprendosi alla interpretazione “inclusiva” della violenza, libera dal pregiudizio del Genere, centrata invece sulla Cultura Fallace (Teoria dell’ “Analfabetismo Psicologico” visionabile su www.laviolenzanonhasesso.it ) che riguarda sia uomini che donne e induce ad essere forti con i deboli e deboli con i forti;
- indagando con serietà e metodo anche il fenomeno della violenza subita dagli uomini in ambito domestico ed affettivo;
- realizzando Centri Anti Violenza dedicati anche agli uomini affinché non ci siano più Vittime di Serie A (le donne) e Vittime di Serie B (gli uomini)
- prevedendo Centri rieducativi per maltrattanti di qualsiasi Genere (anche per le donne maltrattanti).