“25 dicembre 2080, uno scrittore in crisi, sta’ per scovare la sua vera ispirazione”, so già cosa pensate, il 2080, “l’epoca del futuro”, dicevano in un lontano passato, onestamente…si sbagliavano.
Nessun progresso tecnologico, nessuna soluzione riguardo la moltitudine di problemi, che da secoli ci portiamo appresso, nessuna macchina volante, questo è sicuro; insomma, tutto è rimasto uguale, anzi, la tecnologia è pure regredita.
Mi chiamo Thomas Wolfgang, abito a Berlino da quando ne ho memoria, per sopravvivere scrivo quotidiani bellici presso una delle tante gazzette giornalistiche dello stato, anche se la mia ambizione di vita, è quella di poter pubblicare un mio libro di ottocento pagine, che scrivo da un paio d’anni.
Purtroppo, da quando la guerra per il potere è giunta “sotto casa mia”, ho iniziato a soffrire del classico “blocco dello scrittore”, non riesco più a finire quel maledetto libro, e la cosa…mi sta’ facendo impazzire!
Rimango sveglio fino a notte fonda nella mia topaia, cercando di formulare un finale degno per la mia opera, ma niente, non riesco a scrivere nulla di perfetto; a volte mi chiedo: cos’ è realmente la perfezione? Quale prezzo bisogna pagare per ottenerla?
Quasi per miracolo, trovai una risposta a tale enigma; ricordo che stavo camminando in una stretta strada, parallela a quella principale e non sentivo altro che l’eco degli spari.
Dopo la morte dell’auto proclamato “Re della nuova Germania”, uno stupido monarca, si venne a creare un massiccio vuoto di potere, il quale diede inizio alla guerra.
Sono sempre stato un uomo formato sotto ideale pacifista, ma tale principio, crollo quella sera; quella stretta strada finiva in un maestoso parco cittadino, il quale venne usato come fossa comune.
Guardavo da lontano migliaia di persone morte riposte una sopra l’altra, la forma mi ricordò quella d’un muro astratto; un muro di esseri umani fatti a brandelli dalla sete di potere.
Di fronte a tanta violenza ritrovai l’ispirazione, capii, che per ultimare il mio sanguinario libro, dovevo pensare e agire con il protagonista, dovevo mettermi nei suoi panni, dovevo diventare un mostro.
Ritornato a casa, recuperati dalla cucina un grosso coltello da carne e lo fissai con occhi glaciali; valeva veramente la pena uccidere per trovare uno scopo invisibile? Oppure è solo una falsa speranza?
Sono passati anni, il mio libro è un best seller nazionale, la guerra per il potere si è placata, e fortunatamente, nessuno ha ritrovato le dieci persone fatte a brandelli da me.
Le emozioni umane, sono illusorie.
Luca Bravin