Vicenda Almasri: Vittoria Baldino (M5S) attacca Meloni e solleva dubbi su Netanyahu, intervistata da Francesco Borgonovo a Calibro 8 su Radio Cusano Campus
La vicenda del rilascio di Osama Almasri, ex direttore del carcere di Mitiga in Libia e accusato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) di crimini di guerra e contro l’umanità, continua a dividere la politica italiana. A suscitare nuove polemiche è stata un’intervista rilasciata da Vittoria Baldino, deputata del Movimento 5 Stelle, a Calibro 8 su Radio Cusano Campus, condotta da Francesco Borgonovo. Durante la conversazione, Baldino ha lanciato forti accuse contro il governo Meloni, criticando la gestione della vicenda Almasri e facendo dichiarazioni sorprendenti sulla posizione dell’Italia rispetto al premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Meloni “in imbarazzo”: la critica di Baldino
Durante l’intervista, Baldino ha evidenziato il comportamento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che, secondo lei, avrebbe evitato il confronto in aula proprio per non affrontare le difficoltà legate alla liberazione di Almasri. “Meloni non viene in aula perché è in imbarazzo”, ha affermato Baldino, criticando la mancanza di chiarezza e trasparenza nelle scelte del governo italiano.
La polemica riguarda il rilascio di Almasri, un uomo ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, che, dopo essere stato arrestato in Italia il 19 gennaio 2025, è stato rimpatriato in Libia pochi giorni dopo. Questo episodio ha sollevato dubbi sulla posizione dell’Italia in relazione alla cooperazione con la CPI e alla sua credibilità come membro della comunità internazionale.
“In questa vicenda tutto c’è tranne che qualcosa di molto chiaro. E per una ragione molto semplice: perché il Governo ha reso tutto molto confuso e oscuro. Se così fosse, basterebbe che con grande coraggio e grande autorevolezza la premier, che è titolare del Governo e dell’azione di Governo, venisse in aula (e non in una diretta social dicendo menzogne) a dire: ‘Guardate, è stata una scelta politica del Governo per un supremo interesse nazionale, punto’. Ovviamente sarebbe nelle sue prerogative farlo. Invece ha fatto un’altra scelta, cioè ha scelto di coprire tutta la vicenda coprendosi di vittimismo nei confronti prima della magistratura, poi della Corte dell’Aia. Insomma, dando una serie di versioni contrastanti che hanno fatto sì che il fatto divenisse davvero molto confuso e molto fumoso. Resta il fatto, comunque, che si è liberato un criminale, che è molto diverso dal firmare degli accordi con le autorità libiche – che io contesto peraltro. Nel momento in cui noi abbiamo la possibilità, anzi il dovere – perché abbiamo aderito ad uno statuto, peraltro sottoscritto a Roma, di istituzione della Corte Penale Internazionale sotto l’egida dell’ONU -, di fermare e assicurare alla giustizia un presunto criminale che si sarebbe macchiato di dati gravissimi, una volta assicurato alla giustizia starà alla Corte dell’Aia fare tutte le dovute verifiche: non le deve fare Nordio, che ha fatto l’avvocato difensore.”
“Il governo italiano ha preso una decisione che, a mio avviso, contrasta con gli impegni internazionali dell’Italia. La Meloni ha evitato di rispondere alle domande in aula perché la situazione è imbarazzante”, ha aggiunto Baldino. La deputata del Movimento 5 Stelle ha accusato il governo di aver gestito malamente la questione, mettendo in discussione la coerenza della politica estera italiana.
Netanyahu e l’arresto: le dichiarazioni shock di Baldino
Ma non è solo la vicenda Almasri a scatenare le polemiche. Durante l’intervista, Baldino ha sollevato anche la questione del mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale contro Benjamin Netanyahu, il premier israeliano accusato di crimini di guerra nel conflitto israelo-palestinese. Baldino ha dichiarato che, qualora Netanyahu dovesse mettere piede in Italia, dovrebbe essere arrestato, a conferma della posizione del Movimento 5 Stelle sul rispetto degli obblighi internazionali.
“Se Netanyahu entrasse in Italia, andrebbe arrestato”, ha affermato senza mezzi termini. Un’affermazione che ha immediatamente attirato l’attenzione, soprattutto considerando che il governo Meloni ha dichiarato che non arresterà Netanyahu, invocando il principio dell’immunità per i capi di Stato in visita.
Baldino ha ribadito che, secondo la sua visione, l’Italia ha l’obbligo di rispettare le decisioni della CPI, in quanto membro dello Statuto di Roma. “Non possiamo ignorare i mandati di arresto della Corte Penale Internazionale, l’Italia deve essere coerente e rispettare le leggi internazionali”, ha aggiunto.
La risposta del governo italiano e le implicazioni politiche
La posizione del governo italiano, che non intende arrestare Netanyahu in virtù dell’immunità diplomatica, ha suscitato forti reazioni, sia all’interno che all’esterno del Parlamento. L’intervento della Baldino si inserisce in un dibattito sempre più acceso sulla politica estera italiana e sul rispetto degli obblighi internazionali, un tema che sta dividendo le forze politiche.
Da un lato, i sostenitori del governo Meloni difendono la decisione di non arrestare Netanyahu, sottolineando l’importanza delle relazioni diplomatiche con Israele. Dall’altro, le opposizioni, come quella rappresentata da Baldino, criticano l’esecutivo per aver preso una posizione che potrebbe minare la credibilità dell’Italia nel rispetto delle leggi internazionali.
La vicenda Almasri e le dichiarazioni su Netanyahu mettono in evidenza un tema delicato: l’equilibrio tra gli interessi nazionali, le alleanze politiche e gli obblighi internazionali. Il governo Meloni è chiamato a gestire con cautela questa situazione, che potrebbe avere ripercussioni sulla sua immagine sia a livello interno che internazionale.
Conclusioni: la politica estera sotto esame
L’intervista a Vittoria Baldino su Calibro 8 ha messo in luce le tensioni interne alla politica estera italiana e le difficoltà nell’affrontare le sfide globali. Se da un lato il governo si trova a dover bilanciare le sue posizioni, dall’altro le forze politiche di opposizione, come il Movimento 5 Stelle, non sembrano disposte a cedere di fronte a quella che considerano una gestione incoerente della giustizia internazionale.
La vicenda Almasri e il caso Netanyahu sono solo alcuni degli episodi che stanno mettendo alla prova la politica estera del governo Meloni, e l’opinione pubblica continuerà a osservare con attenzione come si evolveranno gli sviluppi nelle prossime settimane.