di Luca Bravin
“Anno infinito, la normalità e la pazzia, viaggiano sulla stessa linea esistenziale.”
Hai sempre odiato quella città, un luogo lugubre ricolmo di freddezza; hai sempre odiato le persone che la abitano, maledetti viandanti chiaroveggenti; hai sempre odiato…ogni livello che l’esistenza dona.
Da quanto tempo non esci di casa? Da quanto tempo continui vagare in queste 4 mura? Perché non provi nemmeno a fuggire? Da quanto tempo…sei morto?
La tua camera da letto, il tuo rifugio, metà di esso giace perfettamente riordinato, il letto rifatto con perfezione maniacale, il comodino ricolmo di ordinati libri scolastici, nel bianco muro le foto di famiglia appese sono lucidate e prive di polvere. La normalità perfetta.
L’altra metà della stanza invece…parte del letto è disordinato, sporco…il comodino è ricolmo di pasticche, droghe, coltelli…le foto di famiglia sull’altra parete sono strappate, piene zeppe di muffa e il loro vetro infranto ricade sul pavimento da ormai molto tempo. In quell’ altra metà risiede la tua insanita’.
Quella camera è perfettamente divisa da due livelli assestati, in cui impossibile che coesistano.
Osservi dall’ unica finestra presente l’ordinario proseguire del tempo, famiglie felici, macchine imbottite nel traffico cittadino, le caffetterie piene di studenti; osservi il tutto sperando che un giorno tu possa fuggirci.
Un tempo osservavi la felicità con odio, invidia, ti chiedevi il perché tu non provassi tutto ciò, ora la guardi solo con indifferenza…continuando a vivere in quelle quattro mura, il perfetto riflesso della tua anima.
Forse la freddezza della vita esterna risiedeva solo nella tua testa…
Esattamente a metà della stanza, uno specchio dal cornicione di legno, riflette quei due mondi assestanti e corrosi.
Anche lui è perfettamente diviso, metà di esso è pulito, riflettendo parte della perfezione, ma metà di esso, è ricolmo di scritte emblematiche e spaventose, fatte con il tuo sangue passato.
In quei due mondi, in cui la linea di confine è invisibile, in mezzo ad essa risiede il tuo marcio corpo impiccato.
Metà di esso risiede nella normalità e metà nella pazzia.
La perfetta linea di confine di ciò che un tempo eri.
I confini sono invisibili, ma marchiano la vita come se non lo fossero.
Ogni persona è diversa, ma siamo tutti uguali.
In una realtà corrosa, la nostra anima non aspetta altro che fuggire.
Ma fuggire dove?