Negli ultimi tempi, si è sviluppato un dibattito che ha coinvolto da un lato il vice-presidente statunitense James David Vance e dall’altro Papa Francesco. Durante un’intervista con la rete Fox, Vance ha cercato di sostenere la politica sull’immigrazione di Trump, citando il concetto di Ordo amoris, ovvero la gerarchia dell’amore, che sottolinea come l’amore per il vicino debba avere la priorità su quello per il lontano. Il Papa ha risposto il 10 febbraio, in una lettera indirizzata ai vescovi americani, riaffermando l’importanza di porre al primo posto l’amore per i migranti e i rifugiati, richiamando la parabola del “Buon Samaritano” come esempio di un amore inclusivo e senza eccezioni.
”La Santa Chiesa Romana dovrebbe tornare ad una visione tomistica della realtà. Sarebbe auspicabile per ridare ordine ad un Vascello che sta attraversando flutti perigliosi ed ingannevoli. Ricordiamo come San Pio X, grande rinnovatore dello spirito autentico fosse un convinto tomista.”
Jean Marie Gervais
Senza entrare nel merito dello scambio tra il Papa e il vice-presidente, è utile richiamare l’insegnamento di San Tommaso d’Aquino riguardo all’ordine dell’amore, che viene trattato in modo approfondito nella sua Summa Theologiae, in particolare nella questione 26 della Secunda-Secundae.
Secondo il Dottore angelico, la carità è una virtù teologale infusa da Dio nella volontà, che ci porta ad amare Dio per se stesso sopra ogni altra cosa e a noi stessi e al prossimo per amore di Dio. Possiamo considerarla come un’amicizia che implica una benevolenza reciproca, basata sulla condivisione di beni.
La carità ha come suo primo oggetto Dio, ma si estende anche al prossimo, che è un bene di Dio e partecipa della sua beatitudine eterna. Pertanto, l’amore verso il prossimo è identico a quello verso Dio, poiché il motivo dell’amore è sempre la bontà divina che si riflette in esso.
È fondamentale che la carità segua un ordine. Il concetto di Ordo amoris, formulato per la prima volta da Sant’Agostino, è centrale nella teologia tomista. L’amore è un atto della volontà diretto verso un bene, e non tutti i beni hanno lo stesso valore; devono essere amati secondo la loro giusta gerarchia. Questa gerarchia prevede che, al primo posto, ci sia l’amore per Dio, seguito dall’amore per sé e per il prossimo.
L’amore di sé deve precedere quello per il prossimo, come affermava Sant’Agostino: «Se non sai amare te stesso, come potrai amare davvero il prossimo?». Tuttavia, entrambi devono essere subordinati all’amore per Dio. Pertanto, dobbiamo amare il bene spirituale della nostra anima più di quello del prossimo, ma il bene spirituale del prossimo deve essere amato più del bene materiale.
L’amore legittimo per i beni materiali occupa l’ultimo posto nell’ordine, e deve essere visto come un mezzo per avvicinarsi a Dio, non come fine a sé stesso. Nella carità verso il prossimo, si deve considerare una gerarchia naturale: prima la famiglia, poi i compatrioti, e infine gli altri, seguendo un cerchio concentrici. Nella famiglia, i genitori occupano un posto privilegiato, essendo coloro ai quali dobbiamo la vita, anche se, soggettivamente, possiamo amare con maggiore intensità la nostra sposa o i figli.
Esiste anche una scala di carità soprannaturale, più importante perché è quella che perdura in Paradiso. I peccatori, in quanto tali, non meritano il nostro amore, poiché sono nemici di Dio, ma in quanto esseri umani, sono creature di Dio e possono aspirare alla beatitudine eterna, per cui devono essere amati in questo senso.
Dobbiamo amare anche i nostri nemici, non per il loro antagonismo, ma come esseri umani, offrendo loro supporto spirituale quando necessario. Gli angeli, i beati e le anime del purgatorio meritano il nostro amore, mentre né i demoni né i dannati possono essere amati, poiché sono irrimediabilmente fermi nel loro odio verso Dio.
Per San Tommaso, l’ordo amoris non è solo una questione morale, ma una struttura ontologica che riflette l’ordine del creato. L’amore non è solo un sentimento, ma un atto razionale che segue una logica divina. Quando l’ordine dell’amore è alterato, si cade nel peccato, che rappresenta un disordine dell’amore. Ogni peccato, in fondo, deriva da una distorsione dell’ordo amoris.
La vera felicità si raggiunge ordinando correttamente il proprio amore, e la beatitudine suprema, per Tommaso, è la visione beatifica di Dio. L’ordine dell’amore guida l’individuo sulla terra verso questa meta, insegnandogli ad amare ogni cosa secondo il suo reale valore. San Giovanni della Croce affermava che alla fine della nostra vita saremo giudicati sulla carità, che rappresenta il corretto ordine dell’amore a cui siamo chiamati.