Olga Mazzina presenta “TE QUIERO TE ESPERO”,
Disco già portato a Sanremo con cui si esibirà a Verona in “Giulietta Loves Romeo” con Eros Ramazzotti ed Ivana Spagna
Disco: “Te quiero te espero”
Musica di Lidia Laudano, Olga Mazzina e Bruno Milioni, testi di Olga Mazzina e Lidia Laudano
Final Sound: Roberto Russo
Edizioni: Big Stone Studio di Massimo Curzio
Distribuzione: Believe
Presente su Spotify, Amazon, YouTube e altre piattaforme digitali
Foto della copertina: Bruno Oliviero
Uscito il 27 settembre 2024, il disco è stato presentato alla Radio Kaos Italy il 12 novembre, a Sanremo Show 2025 nel mese di febbraio e il 9 marzo alla Radiomia Bari.
Parliamo con Olga Mazzina che, dopo aver partecipato a Sanremo Show 2025, prenderà parte a “Je so”pazz'”, concorso musicale dedicato a Pino Daniele, e a “Giulietta Loves Romeo”, evento pop e lirico di Verona
Olga, perché il tuo disco creato con Lidia Laudano, Bruno Milioni e Roberto Russo ha un titolo spagnolo?
Con Lidia abbiamo notato la notevole presenza di inglese e spagnolo nei testi dei brani italiani più recenti. E abbiamo deciso di andare pure oltre a cio che è il trend.
Ma perché portare a Sanremo, festival di canzone italiana, un disco di brani in altre lingue?
İnnanzitutto, perché sul disco sono presenti anche canzoni in italiano: “Grande nostalgia”, “L’amore uccide” e “Primavera”.
“Grande nostalgia”? Hai previsto l’andamento dei trend e la vittoria di Olly con “Balorda nostalgia” sul palco dell’Ariston?
İl mio disco, scritto e composto insieme a Lidia Laudano e Bruno Milioni, con la collaborazione di Roberto Russo per il sound finale, è uscito su tutte le piattaforme il 27 settembre 2024. Ma a me e ai miei co-autori piace l’idea di aver azzeccato l’argomento della canzone vincitrice di Sanremo 2025.
Com’è il brano “Grande nostalgia”? Quali sono i tratti che lo contraddistinguono e differenziano da altri brani che trattano lo stesso argomento?
La nostalgia è un sentimento che ricorre spesso nella produzione musicale. “Ho nostalgia di te” è un altro modo per dire “mi manchi”.La cultura canora italiana ne parla in “Celeste nostalgia” di Riccardo Cocciante (1982) , “Sarà la nostalgia” di Sandro Giacobbe (1983), “Nostalgia canaglia” di Albano Carrisi e Romina Power (1986), “Nostalgia” di Blanco (2023) e ora anche nel recentissimo brano di Olly. La produzione Internazionale sviscera l’argomento con “Nostalgie”, canzone francese interpretata da Julio Iglesias, “Nostalgia” di Dawn Richard (2021) e il SpacemanZack (2024). Nella maggior parte dei casi, si tratta della nostalgia nei confronti della persona amata (la “celeste nostalgia” è la donna, per esempio). Più rari sono i casi di nostalgia nei confronti di “una strada, un amico, un paese” (brano di Albano e Romina). Anche per Olly la nostalgia è il dolore di quando una storia è forse già finita, ma ancora potrebbe ripartire. “La grande nostalgia” di cui parliamo io e Lidia è quel leggero velo di malinconia a cui si arriva già dopo un percorso lunghissimo. È quel momento in cui il cuore è ancora spezzato, ma c’è il ricordo di “una canzone, un sorriso” che non dimentichi. Pian piano si giunge alla liberazione dal dolore. E perfino alla voglia di amare ancora, nonostante tutto.
Ci si riconcilia con il mondo dopo aver superato il dolore?
Ci si trasforma. Come in ogni esperienza. E la vita è un’esperienza imprevedibile e tutta da scoprire.
C’è anche il brano sulla trasformazione sul disco?
Sì, “Transformacao”. È un brano dedicato al celebre poeta portoghese Fernando Pessoa. Ho scritto il testo ispirandomi a una sua lettera a un amico inserita nel suo “Libro dell’inquietudine”. È un omaggio al poeta e alla città di Lisbona, capitale poetica dell’Europa a lui contemporanea.
La Lisbona di un tempo che è accessibile a noi solo attraverso letture, ormai?
La lettura, come la visione di film e l’ascolto di musiche, è un viaggio. Che può realizzarsi anche nel tempo e nello spazio, ma prima ancora si realizza dentro di noi, nei nostri sogni.
Sul disco c’è anche un sogno siciliano. È un viaggio nello spazio, nel tempo o solo un viaggio ideale, immaginario?
Il brano “Sicilian Dream” parla della Sicilia, ma lo sguardo su questa ricca terra è di un forestiero, di chi viene da lontano. Ecco perché io canto la Sicilia in lingua inglese.
Popolarizzi questa regione italiana all’estero?
Esattamente.
Qual è il tuo rapporto con la Sicilia?
Le prime immagini che io, da straniera, ho visto dell’Italia, erano immagini della Sicilia occidentale. Mi è capitato di visitare quelle parti (Marsala, TP, per la precisione) recitando Briseide nello spettacolo teatrale “Omero, Iliade” scritto da Baricco e messo in scena da Guglielmo Lentini. Ma la melodia della canzone è stata ispirata a Lidia Laudano da Alberto Minardi, compositore con cui avevamo collaborato entrambe. Per Alberto era la terra d’origine.
Com’è la Sicilia che viene fuori nella vostra canzone?
La terra del sole e della neve, del vino che si trasforma nella donna la quale fa innamorare. La terra della gente che onora la parola. Delle navi antiche (mi torna in mente la nave punica vista a Marsala) e dei tempi andati, dei profumi di agrumi e delle origini della nostra civiltà.
Che bell’immagine! Vorresti lanciare questo brano in Sicilia?
Con Lidia stiamo adesso contattando i produttori, distributori ed organizzatori di eventi siciliani che potrebbero essere interessati a farlo.
Di cosa parlano i testi di altre canzoni del disco?
In inglese abbiamo ancora “So close to you”, “Midnight girl” e “Recipe for delight”. La prima di queste tre è una canzone romantica che parte dall’immagine di una macchina che va via sfrecciando nella notte e fa pensare a chi la guarda. Pensare di un colpo al cuore che sente, dell’onda d’urto da cui viene travolto. Di un amore che è finito e di un altro che giunge, inaspettato, e dona nuove speranze ed emozioni. “Midnight girl” è una rock ballad dedicata alla libertà di una ragazza ribelle. Una testa calda che agisce senza riflettere, che non sa dove sarà domani né che ne sarà di lei. Sa solo che la forza che la muove è l’amore – ieri, oggi, domani e sempre.
“Recipe for delight” è la ricetta della felicità?
In un certo senso, sì.Parla di una coppia in cui l’uomo e la donna si sentono rivali. Ognuno dei due vuole mostrare al (alla) partner il proprio valore. Di conseguenza, più che complici, diventano nemici. È come se dovessero sempre battersi a duello.
E.. che soluzione trovano (se la trovano)?
Rinunciano alla lotta e cercano strade del dialogo. Creano una sinergia fra loro. La ricetta della felicità è un po’ questa.
C’è un altro brano sul disco che nasce dal pensiero positivo?
Sì, è il brano che io preferisco in assoluto. “A historia sem fim” che in portoghese significa “La storia senza fine”.
“Senza fine”? Come la celebre canzone di Mina?
Testualmente ci sono alcune similitudini. Ma, dal punto di vista musicale, è una sambita. Stiamo creando una coreografia per questo brano che riprenda il samba come danza. “Io non so se stai ancora pensando a me, ma ho fiducia nella storia infinita con te”.
Il brano ha anche una parte in italiano?
No, è il ritornello che ho tradotto perché sia comprensibile l’idea. Comunque, vorrei realizzare questa canzone anche in italiano, ci sto lavorando negli ultimi giorni.
In che lingua è e di cosa parla “Amor traicionero”?
È in spagnolo. Parla di un amore tradito. È la reazione al tradimento, allontanamento volontario dalla persona che non ispira più alcuna fiducia.
“L’amore uccide” è in italiano. Parla sempre del tradimento?
No, parla della violenza. Il testo è un monologo di una donna che riscatta la sua indipendenza. “Dammi libertà, il tuo amore è prigionia”. Un amore violento non è un amore. È un abuso. E bisogna che noi donne ce lo ricordiamo. E ce ne liberiamo. E andiamo a denunciarlo. La melodia e l’arrangiamento di questo brano li devo al compositore Bruno Milioni.
E “Primavera”? È solo una stagione? O richiama qualcos’altro?
Lidia ha ideato una melodia intitolandola “Primavera”. Pensando, sì, alle “Quattro stagioni” vivaldiane. A me quella musica ha richiamato in mente la “Primavera” di Sandro Botticelli, e sono andata a leggere che significato aveva la prinavera per l’epoca botticelliana. Sono, sicuramente, i fiori che sbocciano, ma sono anche cambiamenti, evoluzioni, a volte rivoluzioni. Ma ciò che importa di più è la rinascita spirituale. L’anima affronta le sue paure, sconfigge le sofferenze e si prepara al cambiamento. Abbiamo proposto questo brano al regista cinematografico Tony Trupia appena abbiamo saputo del film che stava preparando il cui titolo di lavoro era proprio “Primavera”.
E il “Preludio” è la fase che precede questo cambiamento?
La canzone “Preludio” è un dialogo metafisico con una persona che non c’è più. L’ho scritto in francese ispirandomi ai chansonniers francesi Boris Vian, Jaques Brel, Charles Aznavour. Questo percorso, me lo suggeriva la melodia composta da Lidia. C’è un ricordo della mamma e la volontà di parlarle anche quando non c’è più. Perché la vita, forse, non è altro che un preludio, un’introduzione a una dimensione in cui la separazione non è più possibile. “Si dice che la morte non esiste. Ora che ti ho persa, ci credo. Esiste solo la vita… Vivo cercandoti fra i vivi… Io ti voglio dire: tu non puoi morire. Almeno per me”.
Anche questo brano tocca un argomento che si accosta a quello trattato da Simone Cristicchi nel suo “Quando sarai piccola”.
Simone Cristicchi è, per me, un artista molto profondo. Lo stimo infinitamente da quando ha scritto la canzone dedicata a Laura Antonelli che ho usato, citandolo, nel mio spettacolo teatrale “Scordatevi di me” dedicato anch’esso alla biografia dell’attrice italiana che ha avuto meno riconoscimenti di quelli che si meritava. Il mio spettacolo è stato totalmente autoprodotto da me, l’hanno visto pochissime persone Ma, chi l’ha visto, ha scoperto la canzone di Simone che, per volontà dell’attrice, allora ancora in vita, non è andata a Sanremo com’era previsto.
Però, quest’anno Cristicchi ha portato all’Ariston un brano difficile che ha fatto emozionare tutta l’Italia.
È, comunque, una sua scelta coraggiosa perché non commerciale.
Sei, dunque, per le scelte non commerciali?
Non direi “tutta la verità https://www.youtube.com/live/mmMCctOUQ_0?si=UR08RTmJAlLHyKq-https://www.facebook.com/share/v/1FXtNRe4dj/e niente che verità” se sostenessi questo. E non troverei il supporto nemmeno da parte della mia co-autrice Lidia Laudano. Siamo del parere che il nostro disco, realizzato quasi in stile “unplugged” fra chitarra e voce (in realtà, ci sono molti strumenti, ma la pulizia del disegno musicale resta intatta) sembra classicheggiante, può sembrare un’evocazione della musica da camera. Ma ha un sound caldo che l’intelligenza artificiale ancora non riesce a dare. È un disco imperfetto, umano, poco commerciale. Ma, tuttavia, commerciabile! Siamo convinte che, in vari paesi del mondo, possa trovare il proprio pubblico. E, devo dire, le visualizzazioni nei paesi come l’India, il Perù, il Libano, la Norvegia, oltre che in Italia, ci riconfermano in quest’idea.
Il brano che piace di più al vostro pubblico?
“Te quiero te espero”. Che, tradotto dallo spagnolo, significa “Ti amo ti aspetto”. Parla di un amore a distanza. Situazione in cui si impara, pur senza volerlo, la telepatia, una comunicazione immediata che prescinde dalle barriere della distanza e del tempo. “Non posso perdere il desiderio di amare. Ti aspetto, e non ho dubbi che torni da me”, – dice il testo della canzone. E un ascoltatore del Perù ne ha fatto un suo motto. È incredibile come la canzone perfino di due artiste non molto lanciate nell’industria musicale come Lidia ed io, possa toccare i cuori delle persone a migliaia di chilometri di distanza da noi. È una soddisfazione immensa.
I tuoi prossimi progetti musicali?
Ho in cantiere un altro disco con Lidia. E un altro ancora con Roberto Russo, compositore e arrangiatore a cui abbiamo affidato alcune rifiniture del disco “Te quiero te espero”. Il disco con Roberto Russo includerà il brano “Noi siamo universi paralleli” con cui l’etichetta “Big Stone Studio” di Massimo Curzio mi aveva candidata per Sanremo Campioni 2025.
Ma non avevi superato le selezioni?
No, ma a Sanremo ci sono, comunque, stata, anche quest’anno. Cosa di cui ringrazio Lidia che, oltre ad essere la mia co-autrice, mi produce anche. Mi sono esibita cantando il brano “Storia senza fine” e interpretando la coreografia del brano “Ti aspetterò” del duo RUXO creata da Olga Petina, all’interno di una manifestazione sanremese al di fuori dell’Ariston. E, all’interno di Sanremo Show 2025, evento che unisce musica alle arti della danza e della moda, ho intervistato gli artisti, le modelle e i cantautori per la televisione “Mediasud”.
Hai partecipato anche alle sfilate?
Si, e mi sono aggiudicata il titolo de “La più bella delle miss” nella categoria “Lady”.
Cosa hai vinto?
Un servizio fotografico a Milano che non vedo l’ora di andare a fare. Perché può essere utile per promuovere il mio nuovo disco. A proposito, per “Te quiero te espero” abbiamo scelto le immagini scattate da Bruno Oliviero, già rinomato fotografo delle dive internazionali.
Bruno che vorrei ricordare come un professionista superlativo, ha sempre creduto in me e nel mio successo arristico. Ha inserito le sue immagini che mi ritraevano nel suo ultimo libro “Sex Appeal”.
Qual è prossimo evento a cui parteciperai?
Con il brano in dialetto napoletano (mi piace definirlo “lingua napoletana”) parteciperò al concorso musicale “Je’ so’ pazz'” dedicato a Pino Daniele. Con il brano “Noi siamo universi paralleli” prenderò parte all’evento “Giulietta Loves Romeo”, condividendo il palco con Ivana Spagna ed Eros Ramazzotti. Mi entusiasma anche la masterclass con il maestro Angelo Valsiglio, autore del brano “Solitudine” interpretato da Laura Pausini. A novembre 2025 parteciperò a un nuovo evento di T. Micalizzi. Vincendo la fascia de “La più bella delle miss” come Lady, mi sono aggiudicata la crociera sul Mediterraneo. Sarà, per me, non solo un viaggio di piacere alla scoperta di più paesi mediterranei, ma anche l’opportunità di esibirmi sfilando, ballando e cantando per un pubblico internazionale.
Sei anche un’attrice. Qual è il tuo prossimo progetto teatrale e/o cinematografico?
A teatro recito Ines in “Forse neanche noi” diretto da Luca Guerini. Le prossime sfide saranno “La vera storia di Lady Fire” scritta e diretta da Valerio Mollica ed Emilia in “Baal” di Bertolt Brecht. Al cinema stiamo terminando le riprese di “Barbara”, lungometraggio di Primo Colasanti che intendiamo portare ai festival internazionali del cinema indipendente. Lì, oltre alla parte da protagonista, ho l’onore e il piacere di collaborare ai dialoghi. Poi sfilerò anche all’evento di moda “Fashion Luxury Sicily 2025” che si terrà a Palermo.
Vedendoti impegnata su più fronti, non possiamo che augurarti successo.
Grazie, vorrei rivolgere questo augurio anche a tutti coloro con cui creo musica e faccio moda e arte.