Si è tenuta il 6 marzo presso la Camera dei Deputati la presentazione del libro “Femminicidi giovanili senza scampo. La storia di Michelle Causo, la ragazza ritrovata in un carrello” (Armando editore) della criminologa, psicoterapeuta Virginia Ciaravolo, prefazione di Dacia Maraini.
“E’ un libro frutto di tante mani, un impegno come una unione di tante persone che si mettono al servizio degli altri, ho voluto tante abilità diverse che potessero portare alla fine un lavoro a 360 gradi” così ha esordito l’autrice del manuale, la dr.ssa Virginia Ciaravolo all’inizio della presentazione.
Ricordiamo che la giovane Michelle Causo è stata brutalmente uccisa da un coetaneo (D.S.O.) con ben 23 coltellate, scaraventata in un carrello della spesa lasciato vicino ai cassonetti della spazzatura ( a circa 250 metri dall’appartamento di Via Giuseppe Dusmet, luogo del delitto) nel quartiere Primavalle di Roma, un delitto, questo, avvenuto senza alcuna possibilità di individuare precedenti ed eventuali reati spia e/o comportamenti violenti, aggressivi, stalking o altro nei confronti della povera Michelle, ma comunque il quadro di D.S.O. era “complesso”.
E’ stata una fortissima necessità, spiega la criminologa, quella di lavorare con la famiglia di Michelle, per una questione di rispetto, “quindi ho avuto bisogno di entrare nella loro casa, trascorrere del tempo con loro”, un lavoro tremendamente difficile attesa la crudeltà, la drammaticità, freddezza, imprevedibilità, l’unicità dell’efferato femminicidio.
“Il fenomeno della violenza giovanile su ragazze ed i femminicidi commessi da giovani sono fenomeni molto complessi che richiedono uno sguardo a 360 ° che attua una analisi multidimensionale, poiché vari fattori incidono su questo fenomeno. Solo attraverso una decodifica ed una comprensione profonda dei diversi fattori che entrano in gioco, di aspetti psicologici, sociali e culturali, si può comprendere l’essenza per poi lavorare sulla prevenzione di queste tragedie e promuovere relazioni sane, improntate al rispetto della costellazione femminile” sono alcune frasi echeggianti nel libro “Femminicidi senza scampo. La storia di Michelle Causo, la ragazza ritrovata in un carrello” della dr.ssa Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa.
Michelle Causo, la giovane 17enne di Primavalle a Roma è stata uccisa con ben 23 coltellata il 28 giugno 2023 da un coetaneo (D.S.O.) che nel processo “ha cercato di convincere i giudici che aveva ucciso per difendersi”, si legge nella prefazione di Dacia Maraini. “Aveva preso un coltello che stava lì vicino e l’ha ferita a morte. Tutto questo per 20 euro di hascisc”.
Ma nella prefazione di Dacia Maraini si legge, ancora che, “la sentenza invece stabilisce che aveva (D.S.O., nome del coetaneo che ha brutalmente ucciso Michelle) premeditato il delitto e che, anche dopo la morte la ragazza, ha trattato il corpo della vittima al pari di un rifiuto da smaltire. Nessuna pietà, nessun rispetto per un corpo a cui aveva tolto la vita con furia e crudeltà. Le autrici di questo bel libro vogliono far capire che non basta indignarsi ma bisogna fare qualcosa e la prima riflessione riguarda il ruolo della scuola che dovrebbe insegnare a instaurare relazioni paritarie in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni, per i confini altrui, per le diversità rispetto per la vita propria e degli altri”.
“L’intento di questo libro è sicuramente di fare in modo che Michelle resti nel cuore di tanti più a lungo possibile, far in modo che venga ricordata da tantissime persone. Sognava di diventare criminologa, era appassionata di casi di cronaca, una ragazza estrosa nel vestire”, tutte informazioni apprese dalla famiglia di Michelle, continua la psicoterapeuta.
Un altro punto fondamentale di questo libero è che affronta un caso di femminicidio non commesso dal compagno, dal fidanzato, da padri, ma da un “conoscente”. L’autore del delitto – si legge dalle carte, sottolinea la Ciaravolo – “ era avvezzo ad una sorta di aggressività, uno spacconcello, un bullo, un bugiardo che (risulta dagli atti, sottolinea la Ciaravolo), come ha ammesso lo stesso D.S.O. ha cercato di uccidere Michelle più e più volte”. Il brutale femminicidio è avvenuto il 28 giugno del 2023, ma precisa la Ciaravolo “ha continuato ad ucciderla quando ha cercato di depistare, di raccontare bugie, di gettarle addosso fango”.
Motivi per cui questo libro vuole ricordare chi era veramente Michelle. La 17enne di Primavalle “non deve essere ricordata solo come un caso di cronaca nera, ma per la bellezza d’animo e questo libro serve a fare prevenzione, a farci riflette, serve a porci delle domande, perché è accaduto e cosa possiamo fare noi affinchè non accada più”.
A margine della presentazione del manuale che racconta l’efferato femminicidio e la figura di Michelle abbia ascoltato la famiglia, la criminologa, la deputata Ascari, la senatrice D’Elia ed altre figure presenti alla Camera dei Deputati.
L’intervista alla psicoterapeuta Virginia Ciaravolo, alla mamma di Michelle Daniela Bertoneri ed al papà Gianluca Causo.
“Dietro un libro ci sono sempre storie. Uno dei motivi per cui ho scelto di raccontare la storia di Michelle è soprattutto perché io non vorrei mai che Michelle venisse ricordata solo ed unicamente come un caso di cronaca, Michelle era una ragazza piena di vita, una ragazza con delle ali grandissime per volare. Questo libro sicuramente è dedicato a lei, alla famiglia, ma è un libro che deve servire a scuotere le coscienze. Tante sono le domande che noi dobbiamo farci, perché è accaduto, perché in un mattino di quasi estate un ragazzo di soli 17 anni con una crudeltà efferata ha deciso che Michelle non poteva più continuare il suo percorso di vita”. Sono questi i motivi che hanno spinto la psicoterapeuta, criminologa Virginia Ciaravolo ad entrare con tanta sensibilità nella casa dove è cresciuta Michelle, al fianco dei suoi genitori Daniela e Gianluca per raccontare chi era la 17enne, una ragazza piena di sogni e di vita.
Mamma Daniela sottolinea che questo libro nasce per tentare di “istruire i giovani nel riuscire a captare in modo tempestivo chi si ha di fronte, anche se non sempre ci si riesce”, un libro che riesca a scuotere le coscienze, a far sì che questi drammatici delitti non accadano più, è ciò che si augura la mamma di Michelle.
Il papà Gianluca si spera che prima di commettere un delitto un potenziale assassino possa leggere questo libro affinchè “ci pensi due volte prima di farlo”, ed aggiunge “se questo libro grazie a Michelle salverà una vita, mia figlia ha già fatto il lavoro suo. Se avrà salvato almeno una vita, mia figlia ha fatto quello che doveva fare, ha dato la sua vita per un altro”.
L’intervista a margine della deputata M5S, Stefania Ascari
Il capitolo “Prevenzione della violenza di genere: introdurre l’educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole” è stato trattato dalla deputata Stefania Ascari (M5S). “Michelle, una ragazza di 17 anni giovane, brillante, nel fiore della vita è stata uccisa senza veramente alcun motivo da un suo coetaneo in un totale contesto di apatia, di incapacità di provare alcun sentimento”.
Sono 5 i femminicidi dall’inizio dell’anno, 5 donne ammazzate e 111 nel 2024. “In tre casi su quattro chi fa del male ha le chiavi di casa” ed allora la domanda è come intervenire, atteso che sono oltre quarant’anni che si iscrivono legge in tema al contrasto alla violenza di genere?
“Soprattutto intervenire sul piano culturale, educando i giovani al rispetto di se stessi, al rispetto degli altri, fornire un alfabeto gentile delle emozioni in grado di aiutarli a riconoscere le emozioni, a capirle, a parlare anche di quelle più difficili più negative, come la gelosia, la rabbia che fanno parte della vita”. Ritiene la deputata che i giovani di oggi devono diventare adulti responsabili per cui già dalla precedente legislatura ha proposto “l’introduzione in modo sistemico e continuativo dell’educazione affettiva e sessuale dai primi banchi di scuola” che precisa essere fondamentale ed aggiunge “ non c’è più tempo da perdere, l’abbiamo scritto nel libro anche perché se non si interviene su questo aspetto saremo purtroppo sempre una di meno”.
Cecilia d’Elia (Pd), vicepresidente commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonchè su ogni forma di violenza di genere (Senato)
Anche la vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonchè su ogni forma di violenza di genere ha partecipato con il suo capitolo “Sostenere il cambiamento culturale” alla stesura del libro “Femminicidi giovanili senza scampo. La storia di Michelle Causo” (Armando editore).
Un libro che “ricostruisce la figura di Michele Causo, morta in un efferato femminicidio, 23 coltellate” è il commento a margine della presentazione del manuale di Virginia Ciaravolo alla Camera dei Deputati.
Raccontare la storia di Michelle è un modo per spiegare cosa è la “violenza maschile contro le donne, che cosa sono i femminicidi” ed in particolare il contributo della vicepresidente D’Elia guarda “soprattutto al cambiamento culturale necessario, all’educazione all’affettività, al fatto che c’è una cultura delle donne che ormai sa nominare la violenza. C’è un problema enorme di convivenza degli uomini con la libertà femminile. Molti uomini non sanno convivere con la libertà delle donne”. Quindi, conclude la D’Elia “penso che oltre le regole, le norme penali, oltre il grande lavoro che fa la polizia, la magistratura noi abbiamo bisogno di educare e di formare gli operatori, ma soprattutto di cambiare la cultura che produce la violenza”.
Claudia di Brigida, avvocata che segue il caso devastante di Michelle Causo
“Il libro serve per riflettere sui pericoli che corrono i giovani e le giovani soprattutto quando sono animati da un’ingenuità, un entusiasmo per la vita e cadono vittime di assassini, di soggetti borderline, soggetti con comportamenti antisociali assolutamente radicati e personalmente non so quanto recuperabili “, afferma l’avvocata della famiglia Causo che nel capitolo “La difesa dei minori nei processi penali: sfide e dilemmi” affronta questo argomento.
Cristina Sartori, grafologa.
Capitolo “Il volo interrotto. L’analisi grafologica di Michelle.
“Ho avuto il privilegio di raccontare chi fosse Michelle grazie ad alcuni scritti che siamo riuscite ad avere dalla famiglia e che ci hanno restituito una narrazione che si stacca da quella che era la narrazione collettiva massmediatica” racconta la grafologa Cristina Sartori a margine della conferenza. Questi scritti della giovane brutalmente uccisa “ci hanno permesso di disegnare, di fotografare Michelle, la sua personalità, le sue caratteristiche relazionali e tutto quello che la riguardava nel suo aspetto più intimo e personale.
Tra le cose che mi hanno colpito di più dell’animo di Michelle era questo suo oscillare tra una maturità verso la quale si stava dirigendo e mantenere un passo indietro verso quella fanciullezza rispetto alla quale forse stava facendo un po’ di fatica a prendere le distanze; questo continuo pendolare tra il voler diventare grande e il voler restare piccola, dimostrando una sorta di forza nell’andare avanti combinata con una fragilità che la rendevano particolarmente dolce e delicata”, conclude la grafologa.
Gabriella Salvatore, criminologa di Salvamamme
Capitolo “Presa in carico della famiglia dopo un femminicidio” di Katia Pacelli e Gabriella salvatore.
La mamma di Michele, Daniela, viene accolta della associazione Salvabebbè Salvamamme con il progetto una Valigia di Salvataggio.
“Per l’associazione Salvamamme è stato un piacere aver partecipato alla stesura di parte di questo libro. L’associazione Salvamamme dà un aiuto alle famiglie in difficoltà e soprattutto si occupa anche di donne vittime di violenza attraverso un progetto che si chiama Valigia di Salvataggio per non tornare indietro”.
Dopo femminicidi efferati le famiglie, come nel caso dei genitori di Michelle, sono costrette ad affrontare problemi anche a livello economico, problemi prettamente materiali, oltre a tentare di sopportare un dolore permanete e “Salvamamme va a rintracciare un po’ questi bisogni per cercare di dare una risposta concreta e utile per la famiglia stessa”, conclude la criminologa Salvatore.
Ma in effetti dovrebbero essere le Istituzioni a farsi carico delle famiglie che hanno subito delitti efferati, che dovrebbero aiutare concretamente, anche economicamente quelle famiglie, come pure i figli rimasti soli dopo la morte della mamma (per opera del “padre”) che purtroppo vengono abbandonati nel dolore e nelle difficoltà anche economiche che pure sopraggiungono quasi sempre inevitabilmente.
Di Giada Giunti