Con cinque Oscar Federico Fellini può dire ad altri grandi nell’Olimpo del cinema mondiale: “scansatevi”. La sua non è stata solo una grande affermazione che nel tempo viene ulteriormente valorizzata per fornire una pietra angolare nella conoscenza della grande macchina del cinema. La sua, in verità, è stata anche una consacrazione in vita. Ciò ha la spiegazione dal fatto che Fellini ebbe per primo il coraggio di mettere in scena le proiezioni del preconscio. La capacità di rivivere esperienze tutte individuali, di dare corpo, visione, immagine e vivida sensazione ad esperienze tutte proprie. Con l’effetto però di arrivare a tutti. (Un colpo all’egida della produzione culturale tutta impostata sul sociale, sulle contraddizioni reali, sul “materialismo che svela le contraddizioni”, come sul “materialismo volgare”). E non importa se nessuno di noi ha messo piede nella Rimini di un tempo, tanto più quella Rimini raccontata in Amarcord. Né ha alcuna importanza se non ci si è divisati nelle difficoltà di un regista in crisi creativa come il protagonista di Fellini Otto e Mezzo. Poco conta se si è vista solo in qualche vecchio giornale in bianco e nero la ruggente vita della high class dei primissimi anni Sessanta come in La Dolce Vita. Conta solo che quelle esperienze con tutte le suggestioni, il senso di delusione, amarezza, ma anche la voglia di ripercorrere quel dolce-amaro dei ricordi, si percepiscono addosso. Si vivono come se fossero rivissute dallo spettatore. Ed è questo l’incanto riuscito al cinema. Ma specificamente al cinema di Fellini. In molti altri ci hanno provato dopo di lui senza arrivare alle sue vette. La capacità di Federico stava tutta nell’essere spudorato, togliersi ogni velo, ogni inibizione e in contempo riuscire ad essere tremendamente bugiardo e compiacente con sé stesso.
La scuola del Maestro non può essere imitata. Ebbe forse il torto di trascinarsi a fine carriera con una rappresentazione di sé che non arrivava più al pubblico perché aveva perso quella verve innovativa degli esordi e della piena maturità.
Hollywood volle però consegnargli l’Oscar alla carriera riconoscendone un grande artefice del suo sogno. Il sogno di un’industria fiorente quale è il cinema. Il sogno che di colui che avendo smesso di sognare, capisce che quello vissuto era solo un sogno, ma non vuole smettere di sognarlo