Negli ultimi vent’anni sono scomparse duemila sale in Italia. Uno spreco enorme, con intere città senza cinema. Colpa anche della speculazione e di chi non fa nulla per salvare i cinema. Il Covid-19 è stato un disastro per i cinema. Ma l’Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, dove anche dopo la fine della pandemia, le sale hanno continuato a chiudere, gli incassi sono crollati e gli spettatori diminuiti Un deserto. Nel 2021 sono stati chiusi 500 cinema e sale; gli spettatori sono stati 24 milioni e 800 mila (erano quasi 100 milioni nel 2019); gli incassi di sono fermati in tutto a 169,4 milioni di euro, a fronte di incassi per 635,4 milioni di euro nel 2019.
La pandemia è stata soltanto l’ultimo colpo sulla schiena del sistema cinematografico. In realtà sono decenni che le sale sono state abbandonate. Nei nostri stili di vita il rito della visione del film in sala è diventato un reperto archeologico, roba dei secoli passati, e il consumo dei film avviene attraverso le piattaforme televisive e persino sugli smartphone. Il mercato così asseconda anche un aumento generalizzato della pigrizia e una diminuzione della voglia di socializzare, di uscire, di stare insieme agli altri. Inoltre il film via streaming, a parte la comoda visione senza ficcare il naso fuori casa, presenta altri vantaggi: è (quasi) gratis, si può programmare la visione, interromperla e poi riprenderla. E non hai un biglietto da prenotare o da acquistare su Internet.
Il governo non ha avuto alcuna sensibilità nel proteggere i cinema, non ha capito il loro valore a beneficio di tutta la comunità. Il cinema è come una piazza, con bar annesso. Se scompare, evapora un luogo di incontri, di relazioni, di rapporti umani. Dove tra l’altro si coltiva, insieme, uno dei più grandi piaceri della modernità.
Storia del cinema a San Pietro Vernotico.
Nel 1932 nasce a San Pietro Vernotico, il cinema “Augusto”, poi ” Ponzio”, in via Brindisi. Condividendo il destino nazionale di altre sale cinematografiche. Creò il cinema, Ugo Ponzio e lo gestì, insieme al fratello Corrado, portando a termine il progetto incompiuto del padre, Augusto Ponzio. Il cinema fu chiamato “Augusto”, forse anche in ricordo del padre.
All’inizio della storia dei cinema, le pellicole erano infiammabili e non era raro che prendessero fuoco. Il cinema “Augusto” fu notevolmente danneggiato da un incendio. Fu prima della fine della guerra, e a S. Pietro stanziavano soldati polacchi, che ebbero un notevole ruolo nel contenimento e nello spegnimento delle fiamme.
La vita di Ugo Ponzio fu inseparabilmente legata al cinema, dagli inizi degli anni Trenta. La sera nel cinema, la mattina a scrivere il “borderò”, quando andava a Bari, tramite l’auto con dentro al portabagagli le “pizze delle pellicole” del giorno prima. La concorrenza fra i due gestori “cinema Ponzio e cinema Edoardo” era spietata aveva imposto che ogni sera si facessero non uno ma due film), per “contrattare” e programmare presso le agenzie cinematografiche (della Metro Gold Meyer, della Twenty Century Fox…) il noleggio dei film.
I fratelli Ponzio, ristrutturarono e anche ampliarono il cinema ma soprattutto per ragioni di concorrenza (ormai non era più l’unico cinema del paese: c’era il sopra menzionato cinema “Edoardo”, divenuto poi, anche in riferimento alla sua estensione soprattutto in lunghezza, “Cinema Galleria”).
I frequentatori, era di San Pietro Vernotico, di Squinzano, di Mesagne, di Torchiarolo, di Cellino S. Marco, che vi arrivavano per lo più in bicicletta. Il cinema oltre che luogo di divertimento e distrazione, era anche e soprattutto luogo di riposo. La stanchezza (dei contadini che si svegliano presto) di giornate pesanti per il duro lavoro e il buio della sala conciliavano il sonno.
Braccianti e operai erano anche le “maschere” del cinema, come Antonio Santoro “sin da età 6 anni fino alla sua morte” ha sempre amato e a lavorato nel cinema, come “maschera e operatore cinematografico”.
Negli anni cinquanta, l’estate, cominciarono a funzionavano le arene, che a San Pietro c’erano due arene: l’arena “Milano” e l’arena “delle Palme”. Nella sua epoca d’oro, il cinema era strettamente legato alla vita del paese, vi partecipava costantemente, era il luogo dell’“uscita”, dell’“evasione”, del divertimento, dell’incontro.
Il 10 ottobre 1984, il cinema Ponzio fu venduto al maestro Vittorio Italo Pancosta divenne con il nome cinema Massimo e nell’anno successivo fu aperto il 5 ottobre 1985 con il film “Sapore di mare un anno dopo”.
La concorrenza fra i due gestori a San Pietro Vernotico “cinema Massimo e cineteatro Rango”, inizio una guerra di concorrenza, il cinema Massimo fu chiuso due volte (nel 1986 per 15 giorni) e(nel 1987 per 29 giorni).
Ma il maestro Italo Pancosta, “sin da ragazzo” ha sempre amato il cinema e con la sua tenace forza e amore verso il cinema “ristrutturò e lo trasformò” anche come teatro, con poltrone di velluto rosso, mille posti a sedere tra piano terra e la galleria (nell’anno 1990/1991). Ma la concorrenza si raddoppiò non soltanto con cinema Rango ma anche con la chiesa Don Bosco ( facendo i film) successivamente la Don Bosco chiudere come cinema.
Nel 2002, il maestro Pancosta sempre l’amore per il cinema, creò un altro a San Pietro “cinema Massimo sala 2” con 145 posti a sedere in via Cairoli, 16 . I due cinema Massimo 1 e Massimo 2 , erano sempre pieni ( frequentati da famiglie con i loro figli). Italo Pancosta e suo figlio Massimiliano, gestivano i due cinema con impegno e amore “donando alle famiglie allegria e svago”.
Nel Cinema Massimo sala 1 si proiettavano i film, si teneva annualmente il veglione degli studenti, quello degli studenti delle scuole superiori e quello degli universitari. Ma anche cerimonie e manifestazioni di vario genere, spettacoli teatrali con i grandi attori comici “Ficarra e Picone”, alla domenica mattina cinema per ragazzi, il cinema per le scuole elementari e medie. Nel cinema Massimo sala 2, si proiettavano i film.
Nell’Agosto 2009 il cinema Massimo sala 1 in via Brindisi chiude definitivamente, con l’abbattimento dell’edificio, ma il palco non è stato demolito. Nel paese rimane solo il cinema Massimo sala 2, oggi si chiama cinema teatro Massimo Aldo, attualmente proprietario “Aldo Massimiliano Pancosta” il cinema Massimo Aldo ogni estate diventa cinema all’aperto in tutto il territorio Salentino. Notevole apprezzamento per questi proprietari non ostante “le difficoltà e sacrifici” mantengono in piedi le sale cinematografiche.
Ognuno di noi dobbiamo “salvare il cinema” è un dovere, della politica, della pubblica amministrazione, dei cittadini “tornando a frequentarli con una certa regolarità” il futuro delle sale dipende anche da ognuno di noi. Il cinema è vita. Viva il cinema
Anna Rita Santoro e Ubaldo Santoro