Dopo che il Sindaco è riuscito in pompa magna a tagliare il nastro e, accompagnato dalla sua corte di politici e tecnici, a fare il viaggio inaugurale su un treno – per lui, ma solo per lui – tirato a lucido per l’occasione, il risultato, subito dopo la prima giornata, è stato un autentico flop: con continui ritardi e disservizi, con misure di sicurezza spesso insufficienti, molte opere ancora incompiute, vetture poche e vecchie, attese interminabili dei viaggiatori sulle banchine, ascensori fermi, scale mobili bloccate e numerose linee Atac di superficie soppresse.
Questo un primo bilancio a neanche un mese di distanza dall’ inaugurazione – senz’altro non edificante – di un’opera che in realtà serve come il pane alla gente. Tre fermate su un percorso di 4 chilometri, da Piazza Bologna a Conca d’Oro e presto anche fino Piazzale Jonio. Un vero e proprio raccordo metropolitano che rende, o almeno dovrebbe rendere più fruibile la mobilità verso il centro, del quadrante secondo e quarto municipio – area di Roma tra le più intasate dal traffico.
Ma dopo imbarazzanti ritardi sul periodo di realizzazione durato 7 lunghi anni – oltre ogni ragionevole limite – con spiegazioni talvolta azzardate e assurdi rimpalli di responsabilità, si è assistito al pressing smodato dell’amministrazione, finalizzato a fornire la nuova opera prima dell’estate, probabilmente per cercare in fretta un disperato consenso al proprio operato politico nella città, in vista di prossime scadenze elettorali. Oltre un milione di euro l’anno in più, nella voce dei costi, ma ancora più grave è il dato dell’assenza di ascensori antincendio funzionanti. Si è dovuto stabilire in ogni stazione, e per tutta la durata del servizio, la presenza di due addetti che dovranno assistere i viaggiatori in difficoltà – disabili compresi – e, in caso di emergenza, portarli in superficie. Come già ha dichiarato a Roma Metropolitane il direttore generale dell’azienda, Antonio Cassano: “considerando come richiesto due risorse per ciascuna delle tre stazioni, il monte ore totale è di 822 a settimana. Tenuto conto di un costo orario di 30 euro, l’importo complessivo su base settimanale è di 24.660 euro, al netto dell’Iva se dovuta”.Se da un lato le spese si sono moltiplicate, dall’altro, si pone drammaticamente il problema del reperimento di nuove risorse. E allora ecco una possibile spiegazione dell’aumento improvviso del prezzo del biglietto.
Mirko Coratti (Pd): «Il problema vero è che le tre nuove stazioni di Annibaliano, Libia e Conca d’Oro non andavano aperte perché, secondo i vigili del fuoco, non erano ancora a norma i dispositivi di sicurezza. Sarebbe stato sufficiente non farsi prendere dalla fretta e attendere che la nuova tratta, fosse in grado di partire, ben collaudata e sicura. Era così che noi della precedente amministrazione avevamo pensato di consegnarla all’utenza cittadina»
Anche il trasporto su gomma è stato scombussolato. Inopinatamente, fidando nella buona sorte, si è deciso di sopprimere dall’oggi al domani, alcuni bus che – se mantenuti – avrebbero aiutato i cittadini a superare senza troppi inconvenienti, il rodaggio del nuovo tronco metropolitano. Aggiunge Mirko Coratti «se almeno nei primi mesi si fosse lasciata intatta la rete di superficie e si fosse consentito alle linee ‘express’ di mantenere la loro caratteristica di linee rapide, oggi non ci troveremo nel caos più completo, quindi ripristinare da subito le linee Atac abolite e i vecchi tragitti, senza calcoli elettorali, ma guardando esclusivamente all’interesse dei cittadini.»
Silvia Buffo