Arrestata dai Carabinieri di Monteverde nuovo e Trastevere una banda di moldavi e romeni responsabile di 33 furti ai bancomat degli istituti di credito di Roma e Latina. La tecnica utilizzata è semplice ed ingegnosa, e potrebbe presto diffondersi.
Di Marco Caffarello
Una tecnica semplice, ma efficace. Questa la tecnica utilizzata dalla banda del “cash trapping”, composta da moldavi e romeni, arrestata stamane con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e danneggiamenti aggravati dai Carabinieri della stazione Roma Monteverde nuovo, coordinati dalla compagnia Roma Trastevere. 6 le ordinanze di custodia cautelare agli arresti disposte dalle autorità e 2 gli indagati.
La banda operava tra la capitale e la Provincia di Latina ed è responsabile di 33 colpi messi a segno in altrettanti istituti di credito, per una refurtiva complessiva di 10mila euro.
La tecnica è così chiamata “cash trapping”, perchè consiste propriamente “nell’intrappolare” il contante all’interno del bancomat. In pratica gli affiliati alla banda, operativa nella Capitale sopratutto nei quartieri di Centocelle, Tuscolano, Prati, Gianicolense e Monteverde, Sezze e Priverno per ciò che riguarda la Provincia di Latina, prelevavano con una carta prepagata una piccola somma dal bancomat; una volta che lo sportello automatico dell’istituto di credito si apriva, veniva da questi inserita al suo interno una sbarra, o forcella, appositamente costruita e modellata per bloccare le successive erogazioni di denaro, facendo sembrare così al prossimo malcapitato utente che lo sportello fosse guasto. E così accadeva: una volta infatti aver prelevato con la carta prepagata il loro contante, i malviventi si allontanavano e aspettavano l’ignaro prossimo utente che a sua insaputa stava per essere derubato. Questo infatti prelevava del denaro che non gli veniva però erogato, cosa che sembrava essere un guasto, e si allontanava. E il gioco è fatto; i malviventi ritornavano, toglievano la sbarra che impediva l’erogazione e prendevano i soldi, per poi magari dirigersi verso un altro istituto di credito. Questo giochetto, riferiscono le indagini, gli ha fatto guadagnare nel giro di qualche mese circa 10mila euro. Sebbene ingegnosa e “senza tracce”, la tecnica del cash trapping non è infatti poi così redditizia : le somme derubate sono sempre di modesta entità, da un minimo di 50 euro ad un massimo 250, così come poi viene impostato dal bancomat. Una tecnica, ammoniscono le autorità, in rapida diffusione negli ambienti della malavita, ma non del tutto nuova: una banda di romeni è stata arrestata dal Comando di Carabinieri del Comune di Guidonia Montecelio per lo stesso crimine solo pochi giorni fa.
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