Da un’intercettazione emerge un nuovo appartamento al Pigneto dove le minorenni si prostituivano. Al telefono uno degli arrestati e un’ignota donna. La Procura di Roma sospetta che il giro delle squillo non si fermi alle sole due ragazze ed ha chiesto per gli arrestati il giudizio immediato.
Era nell’aria: come sospettato dagli inquirenti il caso delle ‘Baby squillo‘ non si ferma al solo appartamento dei Parioli. Dalle intercettazioni risultano, infatti, nuovi appartamenti dove le ragazze sarebbero state fatte prostituire e nei quali gli adescatori portavano i clienti. In un’intercettazione, riferiscono le autorità, emerge con evidenza che un altro appartamento era disponibile in zona Pigneto, quartiere nei pressi di Porta Maggiore e limitrofo a via Prenestina, zona meno ‘in’ rispetto ai Parioli e per questo meno all’occhio della gente e delle forze dell’ordine. Dalla stessa, infatti, emerge una chiacchierata tra uno degli adescatori delle ragazze e una donna non ancora identificata, nella quale si discute chiaramente della necessità di trovare nuovi alloggi per far lavorare le minorenni, e, sopratutto, di ‘nuove’ ragazze cadute nella squallida rete dello sfruttamento sessuale. Così, infatti, è stato detto dall’ignota donna intercettata dalle autorità:” Ci sta pure l’amichetta mia che ha le case, ha uno dell’agenzia che ha un sacco di case al centro, buone per lavorare, però non so…”. Nella stessa telefonata si chiarisce, inoltre, come i due arrivino a patteggiare una cifra per l’affitto dell’appartamento, ed emerge anche una certa fretta dell’uomo nell’avere la disponibilità della casa il prima possibile. Infatti gli inquirenti, seguendo le tracce dei tabulati telefonici, hanno documentato che dopo il colloquio con la donna, lo stesso avrebbe chiamato le minorenni per mettersi d’accordo con loro per poi venirle a prendere a scuola e condurle nella casa del Pigneto. Queste nuove intercettazioni allargano dunque l’inchiesta della Procura di Roma che, sin dall’inizio della storia, ha sempre avuto il sospetto che il giro delle squillo minorenni adescate non si fermi alle sole due sventurate ragazze e che gli appartamenti messi a disposizione per sfruttarle sessualmente non si limitassero alla sola casa ai Parioli. Sono ora in atto infatti indagini per risalire all’identificazione della misteriosa donna e di quel suo ‘amico’ che ha un ‘sacco di case‘. Sin qui le indagini dei Carabinieri di via In Selci hanno portato all’arresto di cinque persone, i tre adescatori internauti e la madre della più piccola, che ora si difende sostenendo la sua completa estraneità dai fatti nonostante la testimonianza della figlia che ha più volte ripetuto di ‘essere stata obbligata, e di dieci clienti, di cui hanno sequestrato cellulari e personal computer, ottimi elementi che condurranno nel breve periodo ad identificare altri clienti e persone coinvolte nel giro. Al vaglio delle indagini anche i video che sarebbero stati filmati dai clienti durante i rapporti, di cui uno è stato anche oggetto di un ricatto nei confronti della più piccola e della madre di lei, che per evitarne la diffusione su ‘internet‘ ha pagato 1500 euro. La Procura di Roma, fanno sapere, è ora intenzionata a chiedere per gli arrestati il giudizio immediato, una pratica giuridica che permetterà di accelerare l’iter processuale e di arrivare subito al dibattimento nelle aule del Tribunale. Per quanto concerne le due minorenni, la più grande, che oggi ha solo sedici anni, è stata affidata ad una casa famiglia, mentre la più piccola, quindicenne, è ora in affidamento ai nonni.