Favorire gli spostamenti brevi all’interno della Città, contribuire alla riduzione del traffico cittadino, grazie a un sistema di condivisione del mezzo di trasporto come la bicicletta e risolvere il problema dell’ultimo miglio: sono queste alcune delle finalità che il servizio di noleggio bici di Roma, denominato Bike Sharing, si propone.
Per utilizzare il servizio è necessario iscriversi in una delle dieci Biglietterie Atac autorizzate e acquistare, al costo di 10 euro, la smartcard. Le successive ricariche sono di importo libero.
Inagurato a fine 2009, è stato definitivamente attivato a luglio 2010. Gli utenti abilitati avevano la possibilità di prelevare una delle 150 biciclette di colore verde in ventinove ciclo posteggi. Qualche settimana fa il numero di biciclette attive era appena 18. Oggi non c’è più una bici da bike sharing in tutta Roma.
Mario R. è uno dei clienti del servizio dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, nata per scissione di ramo d’azienda da Atac SpA. «Roma è l’unica capitale europea a non avere più un servizio di bike sharing perché i romani si sono fregati tutte le biciclette». E la cosa purtroppo è vera. 1,5 milioni di euro di investimenti vanificati e oltre quattrocento biciclette rubate, non una ma ben due volte. Tutto questo spiega come i “cittadini” non siano diversi da chi li rappresenta.
«Dal momento che non vi sono più biciclette, ho inviato un’email a Bicincittà, una srl di Orbassano in provincia di Torino che gestisce il servizio, per chiedere il rimborso di 30 euro, soldi ancora disponibili sulla mia smartcard», aggiunge Mario. La risposta tempestiva della Società è stata: “Gentile Utente, sappiamo che purtroppo a Roma la situazione è attualmente problematica sul servizio, ma non possiamo aiutarla poiché abbiamo solamente fornito il materiale del servizio. Le consigliamo di rivolgersi al gestore, che introita i soldi della vendita delle ricariche e degli abbonamenti: Roma Servizi per la Mobilità”.
«Ho quindi contattato Roma Servizi per la Mobilità all’indirizzo email indicatomi, ma senza avere alcuna risposta. Dopo due settimane ho ricontattato nuovamente Bicincittà lamentandomi del solito scarica barile», prosegue Mario e aggiunge «questa volta la risposta è stata: “Gentile Utente, lei può avere tutte le ragioni del mondo, ma noi siamo solamente i fornitori del materiale. Lei crede sinceramente che siamo noi a dover rimborsare dei soldi per un abbonamento che non abbiamo percepito? Non siamo dei politici, non siamo un ente pubblico, ma solo una ditta privata. L’amministrazione romana, da alcuni anni non ci paga neppure i canoni di hosting web e non paga neanche noi del call center che tentiamo comunque di rispondere agli utenti, cosa che non ci compete dato che, per il servizio di call center, non percepiamo nulla”».
Mario, la moglie e anche altri due suoi amici si ritrovano con una somma, seppur piccola, “sequestrata” da chi dovrebbe gestire il servizio di Bike Sharing. Chissà quanti sono gli utenti coinvolti e a quanto ammonta il denaro non restituito. «E adesso i soldi a me chi me li ridà?», conclude Mario.
di Fabio Galli