Uno dei più piccoli eserciti del mondo, ma con tutti i crismi che connotano i più severi Corpi Militari, è senz’altro quello Vaticano. Un glorioso percorso il suo che va di pari passo con la stessa storia dell’Italia. Un gioiellino ammirato, onorato e rispettato e, come tutte le eccellenze made in Italy, anche invidiato. Tanto che, alle soglie del bicentenario, il glorioso Corpo è più che mai solido ed i suoi tratti distintivi sono intatti come lo furono nello stesso anno della sua Fondazione. Sobria e contenuta quanto solenne, la 198/esima edizione della Festa del Corpo Militare è stata commemorata insieme e con Papa Francesco. Al ricevimento, allestito nell’esclusivo contesto del “Giardino Quadrato dei Musei Vaticani”, erano presenti le mogli e i figli dei Gendarmi nonché i loro colleghi delle Guardie Svizzere. Attenti e disciplinati nelle loro uniformi azzimate, i gendarmi hanno ascoltato il messaggio del Pontefice che, per l’occasione -in sostituzione del Segreteria di Stato Cardinale Parolin impegnato a New York per il Consiglio di Sicurezza dell’Onu- è stato letto da Monsignor Angelo Becciu. Papa Francesco <<…assicura costante benevolenza unita all’incoraggiamento a proseguire la loro apprezzata opera con serenità, pazienza e spirito di servizio”. Esorta poi il Corpo a confidare sempre “nella bontà e nella fedeltà del Signore che sempre ci è accanto e mai ci tradisce”, sempre fiduciosi nella “materna protezione della Vergine Maria e del vostro patrono San Michele Arcangelo”>>. In preparazione all’evento e come consuetudine vuole, i gendarmi sono stati ammessi -a turno e nei giorni precedenti- alla santa Messa mattutina presieduta dallo stesso Pontefice nella Cappella della Domus Santa Marta.
LA STORIA – Istituito il 26 settembre 1816 per volontà di Pio VII, all’indomani cioè della conclusione del Congresso di Vienna, fu inizialmente denominato “Corpo dei Carabinieri Pontifici”. Finché al ritorno in Roma di Pio IX dall’esilio di Gaeta, assunse la fisionomia ed il ruolo di “Corpo militare della Gendarmeria Pontificia”, poi disciolto il 20 gennaio 1970 dal pontefice Paolo VI. Ma, nel corso della sua storia, l’Istituto ha cambiato svariate volte denominazione. Con lo scioglimento dei Corpi armati pontifici, si rese tuttavia necessario istituire un vero e proprio Corpo di Polizia in grado di raccogliere, anche se in parte, le funzioni della disciolta Gendarmeria pontificia. A tale scopo venne, quindi, istituita una struttura denominata Ufficio centrale di vigilanza, in cui confluirono gli ex gendarmi. Il 25 marzo 1991 si ebbe un nuovo cambio di denominazione in Corpo di vigilanza dello Stato della Città del Vaticano per poi assumere, con legge promulgata in data 2 gennaio 2002 dal papa Giovanni Paolo II, l’attuale denominazione di “Corpo della gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano.” Grazie alla sua disciplina ed alla crescente efficienza, il 7 ottobre 2008 la Gendarmeria è entrato a far parte dell’Interpol. Il Corpo opera a stretto contatto con la Polizia italiana ma -come asseverato nel Trattato Lateranense- in caso di borseggio o di altra azione configurabile come reato, può intervenire in Piazza San Pietro solamente nel caso in cui non c’è il Papa. Ergo: se il Papa è presente, la polizia italiana indietreggia fino al confine perché -in questo caso- la competenza passa alla Gendarmeria ed alle Guardie Svizzere.
I COMPITI – il Corpo che prioritariamente si dedica al servizio della Santa Sede per la protezione del Papa, sovrintende anche ai vari servizi che vanno dalla Polizia di sicurezza alla Polizia giudiziaria, Polizia di controllo e Polizia di frontiera. Comandante è il dott. Domenico Giani, (Arezzo 16 agosto 1963, proveniente dagli Ufficiali della Guardia di Finanza e dal Dipartimento della Polizia Penitenziaria). Da questi, dipendono anche due Reparti specializzati: il GIR (Gruppo intervento rapido) e l’Unità antiterrorismo e antisabotaggio, composta da artificieri che intervengono soprattutto in caso di ritrovamento di plichi sospetti. Oltre alla Gendarmeria, in Vaticano operano anche le “Guardie Svizzere” che curano gli accessi alla Città del Vaticano e la rappresentanza nonché la sicurezza del Palazzo Apostolico che esula dalle competenze della Gendarmeria. Attualmente la Gendarmeria è composta da circa 150 uomini. << Giovani -è indicato nel Bando di arruolamento- di cittadinanza italiana o vaticana, di sesso maschile, celibi, con diploma di scuola media superiore, di età compresa tra i 21 e i 24 anni compiuti e di altezza non inferiore a 1,78 m.. Oltre al possesso dei predetti requisiti e dell’idoneità psicofisica nonché essere idonei all’uso delle armi ed allo svolgimento delle mansioni richieste, ovviamente, gli aspiranti gendarmi debbono professare e praticare la fede cattolica. >> Condizione quest’ultima che deve essere comprovata da una lettera di presentazione firmata dal parroco o da un prelato di residenza dell’aspirante, tale da garantire una seria conoscenza, anche religiosa, dell’interessato.