L’aereo del capitano Mariangela Valentini, pilota di squadriglia del 154esimo Gruppo Volo del VI stormo “Diavoli Rossi” di Ghedi, si trovava ad una altezza diversa da quanto previsto nel programma di volo al momento dell’impatto in volo con l’altro tornato pilotato dal capitano Alessandro Dotto, lo scorso 19 agosto in provincia di Ascoli.
A quasi due mesi di distanza e dopo una prima serie di accertamenti, gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che il velivolo fuori posto fosse quello pilotato da Mariangela Valentini: «Avrebbe dovuto salire a quota diecimila piedi (circa 3000 metri), non trovarsi ai mille piedi (300 metri)» ed è su questo che stanno lavorando in attesa della lettura delle scatole nere, appena cominciata.
La procura militare di Verona rileva che dagli accertamenti in corso «non c’è corrispondenza con l’altezza pianificata, ma questo non significa che si sia in presenza di una colpa» che aggiunge «Quello che sappiamo è che lei aveva già raggiunto il suo obiettivo e che dopo averlo colpito avrebbe dovuto trovarsi in pochi secondi a una quota ben diversa da 1000 piedi che è l’altezza stimata dell’incidente. Non conosciamo però il motivo per cui non è salita alla quota giusta, lo sapremo soltanto con l’analisi delle scatole nere». L’impatto diventa ancora più inspiegabile se si pensa che gli obiettivi dei due tornado erano a 29 miglia nautiche (circa 54 chilometri) l’uno dall’altro.
di Fabio Galli