Roma- Presso la Sala Nassirya del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, si è svolto l’atteso convegno “Alimentazione e deontologia”: il caso studio dell’Olio Extra Vergine di Oliva tracciato italiano. L’Italia, nella produzione dell’olio, conta 900.000 aziende agricole, 1 milione di ettari coltivati, 3 miliardi il valore del fatturato, 2° produttore mondiale di olio di oliva (leader è la Spagna), 3° produttore europeo di olive da tavola; ma il 2014 ha fatto registrare la più bassa produzione, rispetto all’ultimo ventennio, con sole 200mila tonnellate (mediamente 500mila tonnellate annue). Tra le cause principali, la batteriosi (la mosca il parassito responsabile), che ha attaccato irrimediabilmente gli ulivi, a cui si aggiungono anche fattori ambientali-climatici e, purtroppo, l’abbandono di alcune aziende.
Promotore dell’evento, il Consorzio Olivicolo Italiano, Unaprol (il più rappresentativo consorzio italiano di ovicoltori a livello europeo e mondiale per la rintracciabilità dell’olio), alla presenza del direttore generale Pietro Sandali, del responsabile della comunicazione Michele Bungaro (nella veste di moderatore), con la partecipazione del segretario generale Raffaele Lorusso della Federazione Nazionale Stampa. A fare gli onori di casa, il Comandante della locale stazione CNA di via Torino, il Maggiore Riccardo Raggiotti, che ha tenuto una brillante lezione sulle tipologie d’intervento dei nuclei antifrodi dei carabinieri (Parma, Roma e Salerno le sedi centrali) che dipendono direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari (i nuclei NAS dipendono invece dal Ministero della Salute). La relazione dettagliata del comandante Raggiotti, ha portato alla luce dati interessanti in merito alle operazioni di prevenzione e intervento sulla contraffazione (falsa evocazione, pratiche commerciali ingannevoli, falsa etichettatura e mancata rintracciabilità dei prodotti: allarmante un dato, con 8 campioni su 10 bottiglie di olio prelevato dagli scaffali dei supermercati, che sono risultati difettati e trattati chimicamente), insieme ad una cronistoria delle più importanti frodi in Italia sugli alimenti, dal 1950 ad oggi. Inevitabili i riferimenti al falso Made in Italy: dove e come i nostri tradizionali prodotti sono venduti all’estero con false etichettature italiane.
Particolarmente applaudito l’intervento dell’On. Colomba Mongiello, vice presidente della commissione parlamentare anticontraffazione, a cui si deve il grande merito della cosiddetta legge “salva-olio” (L.9/2013 – L.161/2014), approvata e votata all’unanimità da Camera e Senato. “Questa legge ha fatto da apripista al regolamento europeo – ha affermato l’On. Mongiello – bisogna sensibilizzare il consumatore ad avere più attenzione nell’acquisto, leggendo bene le etichettature. Quest’ultime, infatti, sono fondamentali nella nostra battaglia a difesa del consumatore, che è la vera vittima della frode alimentare. L’Italia è stato il primo Paese ad aver posto questo problema all’Unione Europea. Le etichette devono essere chiare, trasparenti e le rilevanze cromatiche sui prodotti ben leggibili. Le etichette sono una sorta di carta identità del prodotto, per capire origine e rintracciabilità, a difesa, quindi, delle indicazioni geografiche; perché ogni territorio è diverso dall’altro anche nella stessa coltivazione. La composizione e il gusto dell’olio di oliva, ad esempio, variano in funzione del clima, della varietà coltivata, del grado di maturazione, freschezza e sanità delle olive. Non tralasciando l’importanza del ruolo che giocano il sistema di estrazione e la modalità di conservazione dell’olio stesso. Dobbiamo difendere, tutelare e valorizzare il Made in Italy, perché non rappresenta solamente il prodotto finale, ma incarna i valori più sani: rappresenta la nostra storia, il territorio, la cultura, il buon cibo, la famiglia. Perché il Made in Italy, quello vero e genuino, produce autentiche emozioni. Che possiamo anche raccontare”. Anche perché, e qui mi si conceda una postilla, diciamo così..personalizzata, i veri Made in Italy sono…”INIMITABILI”. Francesca Palumbo