di Alberto Zei
Era già da tempo che il controllo dell’Arma dei Carabinieri su alcune strane spedizioni portava a conclusione dell’indagine ad un’azione di verifica sull’effettiva realtà dei fatti o meglio, dei misfatti di una organizzazione criminale intenta all’importazione di droga nella Capitale.
L’operazione scaturisce, come detto, da una attività di controllo operata dai Carabinieri su alcune ditte romane impiegate nel settore delle spedizioni e trasporto merci. Nel corso di una di tali attività, in un capannone di stoccaggio sito nell’area sud della Capitale, i Carabinieri hanno rilevato la presenza di merce importata dal Sudamerica la cui documentazione di accompagnamento presentava delle palesi irregolarità, risultando inesistente il destinatario finale della spedizione.
Non sono mancate le giustificazioni della incompletezza dei documenti di viaggio non ritenuti fondamentali da parte dei responsabili commerciali della ditta, ai fini di merce ormai arrivata a destinazione; documenti che dietro l’insistenza dei carabinieri, venivano poi improvvisamente ritrovati e ostentati a copertura delle spedizioni sospette.
Ovviamente si trattava di altra merce che non poteva essere confusa con quella cercata. A fronte delle precise domande formulate, e delle risposte confusionarie dei responsabili delle importazioni dall’estero, la verifica si è tra
sformata in un accertamento di fatto sulla reale consistenza e qualità dei materiali depositati nei magazzini. Infatti, la circostanza ha indotto i Carabinieri ad approfondire il controllo e ciò ha consentito di individuare un generatore di energia elettrica di grosse dimensioni che presentava delle anomale saldature sul serbatoio di carburante del macchinario. I militari constatavano quindi che il serbatoio non era vuoto come avrebbe dovuto, ma conteneva del materiale solido e ciò ha indotto i Carabinieri a rompere la struttura metallica del serbatoio stesso, rinvenendo 100 kg di cocaina pura, suddivisa in panetti del peso di 1 kg ciascuno.
A seguito di tale significativo sequestro, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma ha svolto degli approfondimenti sulla spedizione, verificando che il generatore in questione era stato importato in Italia, via nave, insieme ad altri 3 generatori elettrici della stessa tipologia, che erano poi stati destinati a un centro di stoccaggio merce di Forlì. Coadiuvati dai Carabinieri di Forlì, su disposizione della D.D.A. romana, i militari del Nucleo Investigativo della Capitale hanno quindi proceduto al sequestro dei tre generatori e a ulteriori perquisizioni sui tali manufatti, rinvenendo e sequestrando ulteriori 500 kg di cocaina nascosti all’interno delle paratie dei citati macchinari. Il valore stimato del narcotico sequestrato dai Carabinieri, sul mercato all’ingrosso, supera i 20 milioni di euro.
Alla luce di quanto sopra, l’operazione eseguita dalle Forze dell’Ordine ha consentito un notevole smantellamento di un’organizzazione dedita a questo tipo di attività criminale e che a fronte di un guadagno anche di ingentissima consistenza da parte degli stessi organizzatori, provoca un danno sociale senza pari, soprattutto per i nostri giovani e per coloro che cadono nella perversa spirale della droga. Si tratta di quel profondo irreversibile disagio che, come detto, non ha corrispettivo quantificabile a causa del disastro umano economico e sociale tipico dell’ attività di questo genere criminale.