La notte tra il 17 e il 18 luglio scorso è stato siglato un accordo sulla produttività tra ATAC e le OO.SS. Confederali CGIL – CISL – UIL. (Mi sia cortesemente concesso l’uso della metafora del viaggio. Nell’intraprendere il percorso, non partiamo da lontano volutamente – certamente non dal capolinea! – ma scegliamo una fermata a metà strada di un’ipotetica linea che ci accingiamo a prendere, quali comuni utenti e cittadini, in questa rovente estate romana per raggiungere un’eventuale destinazione di risoluzione al caos trasporti che ha infervorato ulteriormente il clima naturale di queste settimane di luglio. Timbriamo il bit e saliamo a bordo fino a fine servizio.).
La notizia data dall’ANSA, è delle 12.30, insieme alle dichiarazioni dell’Assessore ai trasporti Guido Improta (ndr. Non più in carica: dimissionario, sostituito nella giunta capitolina – dal 28 luglio 2015 – dall’Assessore Stefano Esposito).
E’ delle ore 13.00 la dichiarazione, insieme ai ringraziamenti per le parti coinvolte, rilasciata dal Presidente di Atac, ingegner Roberto Grappelli:”Sono molto soddisfatto per l’accordo siglato oggi, che segue il solco di un importante rinnovamento del sistema produttivo di Atac, in un’ottica di efficientamento economico e di maggiore efficacia del servizio, a vantaggio degli utenti del trasporto pubblico.“. L’annuncio, alle ore 13.02 dello stesso giorno, nel sito dell’azienda municipalizzata romana in un comunicato stampa.
Il sindaco Ignazio Marino, dal suo profilo Facebook, in merito, aveva già pubblicato un post alle ore 11.05, ringraziando “azienda e sindacati per aver firmato un accordo straordinario.”.
Di diverso tono le comunicazioni di Claudio De Francesco, segretario regionale Lazio del sindacato autonomo FAISA CONFAIL, prima alle ore 13.32 e poi due minuti dopo, che ha postato in Fb due screenshots delle ore 13.26: quello del Sindaco Ignazio Marino – di cui sopra – e l’altro con la personale risposta riguardante le cause dei disagi dovute alla fatiscenza dei mezzi e alla mancata manutenzione “perché non vengono pagati i fornitori” seguitando con “caro sindaco, dica la verità, ha preparato il terreno per la svendita delle municipalizzate…”.
In precedenza, un post, aggiornato all’ultima modifica delle ore 11.19, conteneva l’immagine di un volantino del FAISA CONFAIL con la dicitura in stampatello maiuscolo ‘Referendum Abrogativo dell’accordo “ERA” e di tutti quelli inseriti nel Piano Industriale ATAC 2015-2019, perché palesemente “peggiorativi” per la categoria! Raccoglieremo a breve le firme necessarie per dire no!!!”.(ndr. In un altro post datato 16 luglio, delle ore 18.58, in evidenza il comunicato con la dichiarazione di adesione al referendum, in caso di accordo con l’azienda ATAC, della Filt Cgil di Roma e del Lazio)
Nelle ore successive (11.30-12.00-12.20 circa) seguono i post contenenti i moduli referendari e la comunicazione, attraverso OMNIROMA, dichiarante “TRASPORTI FAISA CONFAIL LAZIO: INDETTO REFERENDUM SU ACCORDO ATAC –CONFEDERALI”.
Sul profilo Fb di Alessandro Neri, vicesegretario FAISA CONFAIL, verso le 12.45, la sua foto e quella del segretario Claudio De Francesco, con in mano i moduli referendari con le parole “ED ORA SI AGISCE……. LAVORATORI SIETE CHIAMATI AD UNA PRESA DI POSIZIONE E RESPONSABILITA’ STORICA…….. A VOI LA PAROLA……!!!!!!!!!”
Sul profilo Fb del sindacato autonomo FAISA CONFAIL il 18 luglio, alle ore 10.03-10.04-10.05-10.10 e 11.24, compaiono le immagini delle otto pagine del verbale di accordo siglato, tre post con il video della trasmissione di tele Roma 56 dell’8 luglio scorso postati in sequenza alle ore 11.32-11.34-11.40, per ultimo un video, condiviso del FAISA CONFAIL stesso, del 18 luglio, alle ore 15.18, con la frase “Lottiamo tutti insieme!!!”.
La mattina del 20 luglio, alle 11.30 compare uno screenshot, delle 10.44, con il modulo referendario e la dicitura “Pronti per raccolta firme REFERENDUM POTERE AI LAVORATORI ”. (Dopo le fermate obbligate a richiesta effettuate, proseguiamo come una linea express di superficie).
Detto questo, tra quelle giornate che rappresentano ieri e l’adesso di oggi, in mezzo non sono mancate strumentalizzazioni politiche, altri scontri accesi di opinioni, opposizioni, urla e tafferugli virtuali e reali.
E giorno dopo giorno (fermata dopo fermata) dal fronte trasporti la malagestio non lesina.
Le allegorie scontate non mancano. Titoli e comunicati stampa, interviste e servizi (qualcuno grida anche alla censura ma poi tutto ritorna alla norma) affollano e intasano agenzie, giornali, tv e social.
Le realtà incresciose e le polemiche si susseguono in un caleidoscopio di disagio infinito e di guerriglia urbana 2.0 – e non solo – all’insegna di un botta e risposta tra gli attori coinvolti e la super partes della Prefettura di Roma a sbrogliare beghe, fino a giungere, il 23 luglio alla precettazione di uno sciopero decisa dal Prefetto Gabrielli, indetto per il 27 luglio scorso, a cui reagisce in un commento Valentina Iori, segretario Ugl autoferrotranvieri Roma e Lazio (vedi link a fine pagina).
Ed eccoci, qualche giorno fa, davanti alle dimissioni a sorpresa (o a invito?) dell’assessore ai trasporti Guido Improta e al rimpasto della giunta capitolina del sindaco Marino (ancora una volta!) che vede l’insediamento di quattro assessori nuovi di zecca (Ormai siamo alla terza squadra del sindaco chirurgo: Causi sarà vicesindaco con deleghe al Personale e al Bilancio; Esposito assessore alla Mobilità; a Rossi Doria la Scuola e le Periferie e infine alla Di Liegro va il Turismo). Degna di nota la precedente conferenza stampa, del 24 luglio, in cui, dopo la richiesta di formalizzare le dimissioni all’assessore Guido Improta, vi sono le dichiarazioni del primo cittadino riguardo l’apertura dell’azienda municipalizzata ATAC ai privati e il mandato al dg Micheli per il rinnovo del CdA della stessa, seguite da ciò che riguarda la ricapitalizzazione, ovvero: 200 milioni in denaro liquido e beni a carico del Comune – vista l’approvazione in Giunta dell’assestamento di bilancio – e l’impegno della Regione Lazio, a nome del presidente Zingaretti, di trasferire 301 milioni al Comune entro il 30 settembre (ma non è stato in occasione dell’approvazione delle linee guida del nuovo contratto di servizio dell’Atac, che l’ufficio stampa di Marino ha trasmesso ai giornali che l’ATAC fosse efficiente, risanata e in grado di offrire un perfetto servizio alla città? L’azienda è invece verso il fallimento?). Non è mancata la girandola di reazioni: quelle dei sindacati – il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino, il responsabile della Cisl di Roma Mario Bertone e il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio Alberto Civica con la frase ironica:”Siamo al capolinea!“- e quella delle forze politiche pro e contro – PD, Sel, M5S, Lega di Salvini, Ncd e Marchini.
Naturalmente non sono mancate le scuse del sindaco Marino ai cittadini per i disagi. (ulteriori dettagli nei link a fine pagina).
Fa caldo: basta con i particolari. In tutta questa bagarre, che fa l’ignara utenza munita di bit e tesserata? La cappa torrida, i ritardi del servizio, i viaggi da stipati nei carri bestiame, stanchezza e mancanza di aria condizionata costituiscono un mix al vetriolo che travolge senni e sensi: nessuno può esimersi dallo sbando e la gente esasperata scaglia il proprio malumore addosso ai lavoratori ATAC che le capitano a tiro.
Diversi i casi di aggressioni a carico di coloro che si ritrovano nello svolgimento del proprio lavoro (o meglio. proprio quando per un guasto, per malfunzionamento o per altro accade il contrario!). Diversi gli interventi delle forze dell’ordine per sedare gli animi. Diverse le denunce. Si richiedono anche provvedimenti da parte della Prefettura per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Lo sfogo spontaneo, imprevisto e virale in un video, il 24 luglio u.s., del lavoratore Christian Rosso – l’autista sospeso subito dopo dall’ATAC (ndr. il neo assessore Esposito provvederà a riceverlo, creando ulteriori polemiche)- con la denuncia sui problemi dell’azienda per spiegare la situazione, è la cartina di tornasole che segnala, definisce e conferma la misura asfissiante e incontrollabile a cui è giunto lo stato degli ‘scontri’ che impera – nella capitale e zone limitrofe – tra lavoratori, sindacati, azienda, istituzioni e utenza.
Mettiamoci tutto alle spalle e passiamo agli eventi degli ultimi due giorni: al sit-in dei lavoratori in Campidoglio del 29 luglio e all’appuntamento con la riunione – svoltasi ieri, 30 luglio, dalle 17.00 in Campidoglio – tra il sindaco Marino, l’assessore alla mobilità Esposito, l’ATAC, la CGIL, la CISL e la UIL da cui scaturisce la proposta di un soggetto unico regionale per i trasporti ATAC, COTRAL e Ferrovie dello Stato (sarà questa la soluzione anelata? Forse c’è chi ha in mente già un altro sciopero?). Adesso tocca aspettare per l’evolversi dei fatti (un po’ come si fa con i mezzi pubblici).
Non ci resta che riprendere a pieno titolo quella metafora del viaggio – con cui siamo partiti – concludendo, per il momento, da utenti e cittadini, la nostra corsa riportandone (speriamo quasi fedelmente e avendo omesso il meno possibile) i dati di disservizi, malfunzionamento o altri vizi riscontrati, segnalazioni riguardanti incidenti, danneggiamenti o altri casi particolari verificatisi sulla linea, durante il tragitto, senza tralasciare di apportare in calce le dovute richieste inerenti a seri e costanti interventi diretti e di manutenzione per il veicolo in uso a chi di competenza. E come il conducente che compila il “Diario di bordo” e il “Rapporto di viaggio”, al termine del suo orario di lavoro, assumendosi ogni responsabilità sull’esattezza, la veridicità e la coerenza di quanto dichiarato così si spera dovrebbe essere la condotta di tutte le altre figure, sia aziendali sia istituzionali e sia sindacali che gravitano nell’orbita del servizio pubblico, direttamente e indirettamente, a salvaguardia del patrimonio, quale bene comune, e a garanzia del servizio che fornisce. Maria Anna Chimenti