Mentre la Corte dei Conti procede con l’inchiesta sulle buche romane, in alcune strade del X Municipio anonimi cittadini, che si definiscono “tappa buche sovversivi“, provvedono autonomamente alla riparazione delle strade.
Gli automobilisti e i motociclisti che quotidianamente percorrono le strade dei quartieri della Capitale non ne possono più di cadere con i loro veicoli nei crateri che sono disseminati nelle strade romane. Strade rese impraticabili, o addirittura chiuse al traffico da parte degli organi competenti, a seguito delle voragini causate dalla neve e dalle piogge dell’ultimo mese.
Per questo motivo alcuni cittadini si sono improvvisati volontari procedendo alla riparazione delle strade con sacchetti di bitume rischiando una multa per violazione dell’articolo 21 del Codice della Strada.
È nata anche l’associazione «tappami», che interviene su segnalazione dei cittadini. «La nostra è una provocazione», spiega il presidente, Cristiano Davoli che per spirito civico ha messo in piedi un pronto intervento lì dove il Comune non arriva. «Non vogliamo sostituirci alle ditte, ma lanciare un messaggio all’Amministrazione», conclude Davoli.
I problemi del quartiere Infernetto, però, vanno ben oltre le buche, infatti, qui la maggioranza delle strade sono private adibite al pubblico transito. Mancano i marciapiedi, l’illuminazione e molte sono prive di catidoie. Dal 2017, una sentenza della Cassazione obbliga il Comune di farsi carico della manutenzione delle strade private a uso pubblico, ma in Italia si sa che le sentenze non creano giurisprudenza.
di Fabio Galli