Tutta la misura di «contrasto alla povertà», raccontata come epocale dal Movimento 5 stelle, di fatto sarebbe solo un reddito di inclusione aumentato nelle cifre, che escluderebbe chi ha una casa di proprietà e chi non è nato italiano. Il tutto, per un massimo di tre anni.
Il reddito di cittadinanza può favorire anche una migliore attività sessuale. Il deputato M5S Massimo Baroni, psicoterapeuta e membro della commissione Affari sociali della Camera, ha spiegato al Tg Zero di Radio Capital, il suo tweet “Metti il reddito di cittadinanza in Italia e vedi come iniziano a trombare tutti come ricci!“.
Dai sondaggi infatti, pare che il sesso, più che una gioia, sia spesso un problema. Almeno nei rapporti uomo-donna. Qualche dato (dal Rapporto Coop 2017): negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali, in media, è diminuita del 10%. Il 9% degli italiani in età sessualmente attiva non pratica da più di sei mesi. L’acquisto di profilattici, dal 2016, è sceso del 6%. Quello della pillola del 3,7%. Nascono, ogni anno, 12mila bambini meno dell’anno prima. Nel recente libro di Federico Fubini, La maestra e la camorrista (Mondadori, 144 pagine, € 17,50), il contemporaneo calo della natalità e della vendita di contraccettivi è preso a esempio estremo della nostra perdita di fiducia nel futuro. Gli italiani sembrano disamorati persino del sesso solitario: la ricerca di parole pornografiche su Google è crollata del 40% dal 2012. È single il 13% della popolazione, e non per forza chi sta in coppia fa più sesso. Tra i 35 e i 40 anni, solo 3 coppie su 10 hanno più di un rapporto a settimana. E nel 20-25% dei matrimoni il sesso non si fa mai. Michel Emi Maritato