L’ultima parola sull’annata dell’olio 2018 a Stefano Petrucci, presidente del Consorzio Sabina Dop, ente che raccoglie più di mille produttori locali, nel territorio della Sabina e che certifica da anni le caratteristiche uniche e ineguagliabili dell’olio proveniente da queste aree
Meno olio, maggiore qualità. E’ indubbio che a seguito delle gelate nella scorsa stagione invernale ci sia stato un calo produttivo nelle varietà più giovani, mentre in quelle secolari, quelle tipiche della sabina, c’è stato un raccolto sicuramente più sostenuto.
La percentuale di prodotto qualitativo è dunque incrementata, perché «non è che tutti i produttori certificano solitamente l’intero prodotto, la media abituale è del 10 per cento procapite, ma «in annate come questa il dato sale e si arriva al 20 o 30 per cento della produzione». Questo lo richiedono le necessità del mercato che vincolano così il produttore a cercare la certificazione Sabina Dop.
Le caratteristiche inconfondibili sono il sapore fruttato, vellutato e aromatico. Molto profumato. Propietà che si esprimono in maniera più accentuata nella prima spremitura.
E i festeggiamenti ufficiali per l’a prima spremitura dell’olio nuovo, si terranno a Montelibretti, nelle date del 18 e 25 novembre prossimo infatti, si celebrerà la famosa manifestazione “Pane, Olio e…” giunta ormai al suo 14esimo anno di vita. Il consorzio Sabina Dop bandirà un concorso qualitativo per l’occasione, dedicato solo ai produttori di montelibretti.
Il prodotto incide sull’identificazione culturale dell’area in maniera determinante, lo testimonia la fiaschetta di 2mila e seicento anni esposta nel museo di Boston: «I Sabini usavano l’olio ancor prima dei romani».
Dietro le manovre denigratorie estere, contro i prodotti tipici italiani «ci sono le multinazionali del cibo, che per mille interessi provano a screditare i nostri prodotti, ma l’olio è un prodotto nutreceutico. La moggior parte delle persone consuma l’olio per la tutela della salute. «Questi attacch ci fanno solo sorridere. Noi ci spendiamo spesso sul mercato internazionale per tutelare i nostri produttori che esportano. Non si può più parlare di ‘truffa’ diretta, ma si è spesso in presenza di ‘evocazioni’ di vario tipo, che possono indurre in confusione il consumatore, infatti il percorso di tuela del marchio, soprattutto all’estero, è delicato, lungo e difficile. Il consorzio conduce questo lavoro con forza, tenacia e determinazione.