Non ci sono dubbi. Daniele Giovannoni è morto a causa dei dissesti presenti nella pavimentazione della strada. Con una sentenza senza precedenti, la Corte di Cassazione penale scrive la parola fine all’odissea giudiziaria cominciata nel 2005; il sedicenne che in un torrido pomeriggio d’agosto, stava percorrendo sul suo motorino Via Toscanini, nei pressi di Aprilia, sarebbe ancora vivo se il manto stradale fosse stato sottoposto – in anticipo – alla dovuta manutenzione.
Il motto “chi sbaglia paga” vale sempre secondo i giudici – anche a costo di porre sul banco degli imputati un ex dirigente comunale come Luciano Giovannini e l’intero comune di Aprilia. A nulla sono valsi i ricorsi alla Corte d’Appello da parte dell’Avv. Corrado De Simone, stroncati dal rigetto repentino della Corte di Cassazione.
“Una sentenza raccontata nella pagine di cronaca giudiziaria che ha elementi sufficienti per ribaltare definitivamente i precari equilibri politici su cui poggia la giunta capitolina”
Se infatti è vero quanto ammesso dall’avv. Dell’accusa Bonanni, per cui d’ora in avanti “in caso di negligenza del dirigente responsabile del Comune, titolare della strada, sussiste la responsabilità dell’ente, titolare della strada, sia per omicidio colposo in caso di morte, che di lesioni colpose in caso di danni alla salute”, allora la sindaca Virginia Raggi avrebbe finito di dormire sonni tranquilli.
L’emergenza buche: il Campidoglio “fa spallucce”.
«Fino a quando dunque, Virginia, abuserai della nostra pazienza?» No, non si tratta della celeberrima frase declamata da Cicerone contro Catilina, ma del malcontento quotidiano delle decine di automobilisti romani che hanno richiesto rimborsi per i danni provocati alle loro autovetture dalle buche che invadono le Capitale. Da Tor Bella Monaca al Foro Italico, passando per Settabagni e Salaria, le proteste per la scarsa sicurezza stradale uniscono centro e periferia.
Asfalto sprofondato, strade chiuse, crateri al centro di corsie a scorrimento veloce e pit-stops fortuiti di automobilisti in panne: sono scene di vita quotidiana nella Roma a 5 stelle che dimostrano l’inadeguatezza della sindaca e dell’assessora ai lavori pubblici Margherita Gatta. Ma questo, d’altronde, era parso evidente già da gennaio scorso, quando dopo l’annuncio dell’intervento dell’esercito, il Governo ha deciso di stanziare per il Campidoglio 60 milioni per l’emergenza buche. Una soluzione rapida ed indolore per il Comune che ne ha certificato però, l’incapacità di portare a termine le gare.
Sulle buche di Roma, l’inchiesta della Corte dei Conti
Oltre ai limiti oggettivi dell’azione di governo, si aggiunge l’ombra dell’ennesima inchiesta giudiziaria che ha per protagonista Ama. Secondo il procuratore regionale per il Lazio della Corte dei Conti, Andrea Lupi: «Attualmente in istruttoria c’è un procedimento relativo ai ritardi e alle presunte omissioni nella gestione delle gare per la manutenzione del manto stradale del Comune di Roma». Diciassette – ad oggi – sono i direttori dei lavori per la manutenzione del manto stradale colpevoli di aver accettato tangenti per eludere i controlli di competenza.
Roma in tilt, ma non è mai colpa di Virginia
Una capitale ridotta a groviera, nell’occhio del ciclone per l’ultimo scandalo dello stadio della Roma e alle prese con il mal funzionante sistema Atac che la sindaca si ostina a difendere. “Cosa potrebbe andare peggio?” – vi starete chiedendo, e purtroppo per questa domanda retorica, nella Roma a 5 stelle, non manca mai risposta. Stavolta si tratta della metro, o meglio del collasso delle scale mobili in tre delle fermate nevralgiche della metro A, Repubblica, Barberini e Spagna.
La prima forse riaprirà il 15 maggio, Barberini e Spagna tra non meno di due-tre mesi. Con la conseguenza di lasciare il tragitto Termini -Flaminio senza fermate ancora per lungo tempo, con buona pace di commercianti e turisti e con un danno di immagine per una capitale europea che è difficile da quantificare.