Ad ogni giorno, il suo travaglio quotidiano – recita il motto. Eppure da quando è stata scelta per ospitare il tredicesimo Congresso Mondale delle Famiglie (World Congress of Families, Wcf), Verona non trova pace.
Le polemiche imperversano da settimane, da quando Palazzo Chigi ha deciso di dare il patrocinio all’evento promosso da sigle pro-life, anti-lgbt e cattoliche e organizzato dallo Iof (Internation Organisation for the Family).
Etichettato come “Hate group” dallo Human Right Compaign, in prima linea per la promozione di una legislazione anti LGBTQ e per la diffusione di teorie psicoscientifiche sui presunti danni provocati da matrimoni omosessuali sulla prole, il Wcf ha fatto storcere il naso soprattutto ai pentastellati che hanno spinto per il ritiro del patrocinio, nonostante l’erdorsement leghista.
Scilipoti:”Se Salvini è cristiano, io sono un top model”.
Stavolta le polemiche sul Wfc sono giunte anche da uomini di chiesa. Tra tutti il senatore di Fi e Presidente dell’unione Cristiana Domenico Scilipoti Isgrò che non ha digerito l’etichetta di “cristiano” che il vicepremier Salvini si è attribuito sul palco di Verona:”Il cristiano Salvini sull’aborto ha parlato di conquista sociale. In pratica, per il Ministro dell’Interno una pratica che uccide la vita è una conquista. Davanti a questa esternazione del leader leghista, che in campagna elettorale si è dichiarato cristiano, con tanto di vangelo e rosario, posso dire che se Salvini è cristiano, il sottoscritto è un top model”.
Scilipoti punta il dito anche contro Conte, secondo lui colpevole di aver ritirato il patrocinio governativo dall’iniziativa:” Il Presidente Conte ha finalmente gettato la maschera del governo e soprattutto di uno dei suoi azionisti di riferimento, il M5S, da sempre ostile ai valori cristiani”.
Adinolfi:”Vi spiego io perché tanti non vanno a Verona”
Tra i disertori del World Family Congress spunta il nome di Mario Adinolfi. Il giornalista e fondatore del Popolo della Famiglia ha motivato con un lungo post la decisione di non prendere parte all’evento mondiale ospitato a Verona. Secondo Adinolfi il congresso “ha spinto le tematiche prolife e profamily in un angolo, al confine tra estremismo politico e trash”. Il punto debole -a detta sua – sarebbe il monopolio politico dato a iniziativa che abbraccia – al contrario – un concetto universale come quello della famiglia:”Vanno al congresso il quacchero Brown, l’ateo e antipapista Belpietro, l’antibergogliano Meluzzi, il pentecostale Olivieri, più tanti e tanti leghisti potenti che con la loro presenza hanno voluto dare l’evidenza del monocolore politico dell’iniziativa”. Per questo – secondo il fondatore del PdF, sia Tajani, il cardinale Pietro Parolin e il direttore dell’istat avrebbero declinato alla fine l’invito degli organizzatori del Wfc.
“Non andare a Verona” – conclude – “per molti significa questo: tenere aperte le strade di un dialogo possibile sui temi della vita e della famiglia, affinché siano davvero di tutti”.